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Il pubblico e le autorità lo aspettano per la cittadinanza onoraria, il cantautore arriva con oltre due ore di ritardo e poi…

Due fischi, Ron s’infuria e se ne va

Roba da non credere ai propri occhi e alle proprie orecchie. È questo il commento più «generoso» che il cantante Rosalino Cellamare, ovvero Ron, ha raccolto nella cittadella lacustre, grazie al suo personalissimo «show» venerdì sera. In una piazza del porto, quasi stipata di persone in attesa di poter vedere «da vicino» il noto cantante nazionale visto che, prima di tenere il concerto ad Albisano previsto per le 21, avrebbe dovuto ricevere le chiavi della città dal sindaco di Torri ed una pergamena da Re Berengario Primo, maschera simbolo del carnevale del paese, è successo l’incredibile. A partire dalle 19,30 infatti, orario in cui era atteso Ron in piazza, e fino alle 21.50, sono state lasciate in paziente stand- by, oltre ad alcune centinaia di persone, anche personalità e rappresentanti politici locali e provinciali. Ebbene, il noto cantautore, dopo essersi fatto attendere per quasi due ore per un presunto «guasto all’auto», rivelatosi poi fasullo, ma che aveva perfino mobilitato la Polizia municipale di Torri partita per «recuperarlo», è salito tra gli applausi del pubblico sul palco allestito in piazza del porto. Poi l’irreparabile. S’è arrabbiato e se ne è andato dopo pochi secondi dall’arrivo. Una volta sul palco infatti, scusandosi per il ritardo con un «mi dispiace, ma non è stata colpa mia. Di solito sono puntuale», sono bastati due fischi di un’unica persona tra le centinaia presenti, a far imbizzarrire il cantante. «Sono arrivato tardi», ha chiosato , «ma me ne posso anche andare presto». Posato il microfono, è letteralmente fuggito dal palcoscenico, lasciando increduli e sbigottiti tutti i presenti. A nulla poi, sono valsi i richiami dal palco del vicesindaco Giorgio Bonoldi, per convincere Ron a frenare la sua corsa e a tornare sui suoi passi. E così, il pubblico, le televisioni, e le personalità del mondo politico amministrativo sono rimaste sconcertate ed allibite a guardarsi negli occhi. A quel punto, sul palco è salito Re Berengario Primo con la sua corte, a fare qualche battuta spiritosa e a «mettere una pezza», peraltro inconfutabilmente troppo piccola, per lo «strappo» colossale creato da Ron. «Un gesto inqualificabile per un professionista», ha tuonato l’assessore Davide Bendinelli che poi, «per principio», non è neppure andato a vedere il concerto di Albisano dove davanti a circa 300 persone ,che ormai non speravano più vedere il cantautore , Ron si è esibito per circa due ore (la recensione negli Spettacoli ) .Ora, secondo quanto spiegato al pubblico, il cantante chiederà ufficialmente scusa al paese e al sindaco con un comunicato stampa. Al sindaco intanto, sono mestamente rimaste in mano le chiavi della città e una targa d’argento, che avrebbe dovuto consegnare a Ron «nel trentennale della sua carriera per l’affermazione in campo artistico e i brillanti successi conseguiti». Al pubblico invece, è rimasta l’amarezza per un comportamento che, nel centro lacustre, verrà ricordato a lungo. Ai cittadini di Torri infine, sono rimasti invece i circa venti milioni da pagare, stornati dalle casse comunali al Comitato per le manifestazioni di Albisano, organizzatore del concerto per conto dell’amministrazione. Oltre ad un’altra imprecisata quota, corrisposta a Ron dalla società musicale che, assieme al Comitato, ha organizzato la manifestazione. Ma, visto che per ognuno che piange c’è sempre qualcun altro che ride, a ridere, e di gusto, saranno probabilmente presto i circa dieci milioni di telespettatori di «Striscia la notizia», a cui dei videoamatori in paese hanno già giurato che manderanno le riprese. Di modo che, a ridere bene e per ultimo, «non sia Ron», come hanno precisato. Gerardo Musuraca

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