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Due “Pietre d’Inciampo” a Desenzano in memoria di Hulda e Dorotea

In occasione della Giornata dei Giusti, domenica 6 marzo 2022, l’associazione Anpi di Desenzano ed il Comune della cittadina celebreranno la deposizione di due Pietre d’Inciampo dedicate a Hulda Garfinkel e Dorotea Gronich due donne di religione ebraica residenti a Desenzano, che trovarono la morte nei campi di concentramento di Auschwitz.

“Le Pietre d’Inciampo parlano di storie lontane, per la maggior parte sconosciute. Di persone sparite o nel vento di Auschwitz per la colpa di essere nate, o nel vento della tempesta per aver scelto di opporvisi”.  Sono le semplici parole della senatrice Liliana Segre a spiegare il significato delle Stolpersteine, le Pietre d’Inciampo.

Le Pietre d’Inciampo sono delle piccole targhe in ottone della misura di un sanpietrino incastonate a terra, ma hanno un valore simbolico potente, perché restituiscono un nome e un’individualità a coloro che le persero durante nel contesto nazifascista. Vengono normalmente poste dinnanzi alla porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte.

In Europa ne sono state installate già oltre 80.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995; sono le “Pietre d’Inciampo”, Stolpersteine, in tedesco, iniziativa creata dall’artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. Grazie a un passaparola tanto silenzioso quanto efficace, oggi si incontrano Pietre d’Inciampo in oltre 2.000 città in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria.

In Italia, le prime Pietre d’Inciampo furono posate a Roma nel 2010 e attualmente se ne trovano a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia oltre ad altri numerosi centri minori compresa anche la provincia di Brescia. Per spiegare la propria idea, Gunter Demnig ha fatto proprio un passo del Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”. Obiettivo della “Pietra d’Inciampo”, un inciampo emotivo e mentale, non fisico, è mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana – la loro casa – invitando allo stesso tempo chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, per non dimenticare.

Presto anche i nomi di Dorotea e Hulda saranno presenti nella nostra città per ricordarci che la vita di ogni persona è sacra e che su tale principio ogni città deve trovare il proprio futuro. Con la posa delle pietre di inciampo di Hulda e Dorotea la comunità di Desenzano vuole ricordare che anche da qui, è partito il viaggio per Auschwitz.

LA STORIA DELLE DUE DONNE.

GARFINKEL HULDA di anni 67 e GRONICH DOROTEA di anni 46, furono arrestate il 24 febbraio 1944 a Desenzano, deportate a Fossoli e poi ad Auschwitz, dove furono assassinate. Erano entrambe ebree.

Gronich Dorotea era nata a Merano il 23.04.1898 da Wolfgang e Antonia Hersches. Casalinga, nubile, riconosciuta come apolide di razza ebraica (Jüdin) è costretta al soggiorno obbligatorio a Desenzano del Garda.  Garfinkel Hulda era nata a Buchwald, in Slesia (Germania) il 5.04.1873 da Markos e da Giovanna Hirsch. Vedova di Max Cross, madre di due figli, anch’essa costretta al soggiorno obbligatorio a Desenzano del Garda.

Entrambe, vengono arrestate il 24 febbraio 1944 dai Carabinieri, trasferite lo stesso giorno nel carcere di Canton Mombello Il 26 febbraio è condotta nel campo di Fossoli e da qui deportata il 5 aprile 1944 col convoglio numero 37 nel lager di Auschwitz dove giungerà il giorno 10.

Per Dorotea non si conosce la data di morte, mentre Hulda è stata avviata lo stesso giorno d’arrivo alla camera a gas. Le due donne, come anticipato, vivevano a Desenzano; Gronich Dorotea era residente in via Anelli n.28 dal 27 gennaio 1940, proveniente da Merano, di professione infermiera.

Garfinkel Hulda risiedeva nella nostra città dal 12 febbraio 1940 in viale Andreis n.4, proveniente da Montecatini, di professione casalinga.

Dopo l’inizio della deportazione degli ebrei nell’Italia della Repubblica di Salò, Dorotea ed Hulda cercarono di fuggire e trovarono l’aiuto di Artemisia Belli e dei coniugi Mori che le nascosero nella propria abitazione. Non andarono lontano: la Garfinkel abitava a circa cento metri dalla casa dei Mori ma non avevano altra scelta e la possibilità di nascondersi e di salvarsi dall’arresto imminente giungeva insperata per loro. Purtroppo il 5 aprile, nonostante la solidarietà di questi nostri concittadini, vennero catturate e tradotte nel campo di sterminio di Auschwitz.

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