Ai campionati mondiali di braccio di ferro, che si sono conclusi domenica sera a Gardone Riviera, Nicola Schivalocchi, di Roè Volciano, programmatore di computer, è giunto terzo nella categoria dei 75 chili. Dopo Russia ’99 e Stati Uniti (Virginia) 2000, «Nick il veloce» (così lo chiamano nell’ambiente) ha conquistato il bronzo per la terza volta consecutiva. Emanuele Bruni, di Viterbo, ha chiuso secondo nei 110 chili, anche lui col braccio destro. Sono questi i due migliori risultati ottenuti dalla squadra italiana. Valgono molto più dei piazzamenti del varesino Mauro Callegaro (oro col sinistro e argento col destro, nei 100 chili, ma tra i master, vale a dire i concorrenti con più di 40 anni di età) o del veronese Massimo Gasparini (secondo nei 90 Kg, però tra i mancini). Nell’ultima giornata hanno strappato il bronzo anche Fausta Zanini, della Valcamonica (70 Kg.), Maria Stefania Tiozzo di Rovigo (80), Alessandra Manegatti di Rosolina Mare (65) e Patrizia De Angelis di Torino (60), tutte col braccio buono. Terza era giunta anche la bergamasca Annarella Brevi (pesa più di 80 Kg.), ma col sinistro. In 22 edizioni iridate l’Italia non aveva mai raccolto un bottino simile. Nei supermassimi, più di 110 chili, il russo Alan Karaev, guardia del corpo di un generale, ha bissato (col destro) il trionfo ottenuto col sinistro, battendo nuovamente Clive Dean, diventato famoso a livello internazionale per avere partecipato al film «Over the top», con Sylvester Stallone. Lo statunitense pesa 260 chili e, quando si muove, ha bisogno di essere sorretto dagli amici. Il bastone gli consente di camminare un breve tratto. Dean, che ha già una certa età, si è rifatto tra i master. Nella classifica per nazioni la Russia ha superato, nell’ordine, Stati Uniti, Brasile, Ucraina, Italia (quinta, mai successo in precedenza) e Turchia. Karaev ha intascato i mille dollari riservati al vincitore del super match riservato ai più forti. E’ lui, il russo, l’uomo 2001 «dal braccio d’oro». Al termine della kermesse, il sindaco di Bagolino, Marco Scalvini, ha distribuito i premi messi in palio dal suo comune: a Callegaro, Bruni e Francesco Alborghetti, in gara tra i disabili (Francesco non ci vede). Un riconoscimento anche a Frankie Bean, presidente della Federazione Usa: un gesto simbolico, per ricordare il dramma dell’abbattimento delle due torri a New York. Numerosi i politici accorsi al richiamo: Giuseppe Romele, Guglielmo Castagnetti, l’assessore regionale Franco Nicoli Cristiani, Giovan Maria Flocchini. Idris ha rallegrato l’atmosfera e lo spettacolo conclusivo. Ieri gli atleti (480) hanno cominciato a lasciare gli alberghi e a tornare in patria. I giapponesi sono rimasti, per andare a Verona e Venezia, una gita irrinunciabile. Altri, come gli americani, incantati dal lago di Garda, hanno promesso che torneranno, la prossima estate, per le vacanze. Intanto si sono segnati sull’agenda i nomi dei ristoranti giusti. «Tutti, nell’andarsene, ci hanno ringraziato per l’ospitalità, sicuri di avere partecipato ai mondiali più belli degli ultimi tempi. Davvero una bella soddisfazione, per noi che abbiamo dovuto sgobbare un anno intero – afferma Claudio Rizza, originario di Gardone Riviera, poi trasferitosi a Roè Volciano, presidente della Federazione italiana -. Colgo l’occasione per ringraziare gli sponsor: la Technopartner di Danilo Corsini, la Enercon di Daniele Tamburini, la Dragon Fly di Carlo Dragoni e la Ramco Europe di Giancarlo Frizzi. Senza dimenticare il lavoro di Giorgio Riello e di Lorena Mandelli, che si è letteralmente superata, organizzando ogni cosa alla perfezione». L’anno prossimo appuntamento in Egitto, a Sharm El Sheik. Italia, Spagna, Turchia, Brasile e Usa hanno chiesto la testa del segretario della Federazione mondiale, l’indiano Barij Baran Das, che un paio di settimane fa aveva invitato tutte le nazioni a non venire in Italia, a causa della guerra e dei rischi. Russia, Lituania e Repubblica Ceca, invece, hanno invitato a pazientare, e a valutare la situazione a mente fredda.