lunedì, Dicembre 11, 2023
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Ecco una Villa da 30 miliardi

L’al­tra sera il con­siglio comu­nale di Salò ha defin­i­ti­va­mente approva­to la lot­tiz­zazione sul­la col­li­na di Bura­go, a Vil­la: 27.500 metri cubi. Che, uno più uno meno, equiv­al­go­no a un centi­naio di appar­ta­men­ti. Un’­op­er­azione da almeno trenta mil­iar­di. Voto favorev­ole del­la mag­gio­ran­za, che si riconosce nelle posizioni del Polo, ma con l’as­ten­sione del­l’ex vicesin­da­co Giuseppe Mongiel­lo, pres­i­dente del­la . Con­trari, sec­on­do copi­one, i rap­p­re­sen­tan­ti delle mino­ranze. Vil­la è cresci­u­ta in maniera notev­ole negli ulti­mi anni. Le coop­er­a­tive eco­nom­i­co-popo­lari («Athena», «San­Valenti­no», «Lavo­ra­tori del Gar­da») e gli Iacp han­no edi­fi­ca­to, in tem­pi diver­si, gran parte del­la col­li­na. Ma il Piano rego­la­tore prevede ulte­ri­ori cuba­ture. E non è fini­ta, per­chè è sta­to pre­sen­ta­to anche il prog­et­to di una casa di cura. La super­fi­cie del com­par­to è di 50.320 metri qua­drati, di cui 3.120 metri qua­drati di pro­pri­età del Comune. Il resto appar­tiene a una cor­da­ta di impren­di­tori che fa capo alla coop­er­a­ti­va Tiglio di Ettore Angi­leri e alla Fin­sette di Liv­io Calu­bi­ni. Tra di loro, Emilio Comi­ni, ex asses­sore, Roc­co Tono­li, Orazio Rag­gi del­la Sait (riu­ni­ti, tra l’al­tro, nel­l’ac­qui­sizione del­la Cedrin­ca, trasferi­ta a Bot­te­na­go di Polpe­nazze), Andrea Calu­bi­ni, uno dei «big» del­lo smal­ti­men­to rifiu­ti. Il prog­et­to è sta­to redat­to da Sil­vano Buzzi e Bernar­do Ton­ni. Uti­liz­zan­do la legge 23 del 1997, la vol­ume­tria, defini­ta in 25mila metri cubi, viene aumen­ta­ta di un altro 10 per cen­to. Il munici­pio avrà una fet­ta di 5.500 metri cubi (un bloc­co uni­co con­te­nente 25 allog­gi). La parte rima­nente sarà dei pri­vati: una serie di edi­fi­ci rag­grup­pati in maniera diver­sa. Altez­za mas­si­ma delle case: sei metri e mez­zo. All’in­ter­no del com­par­to, rimar­ran­no 27 mila metri qua­drati di verde pub­bli­co e 2.200 metri qua­drati di parcheg­gi. Il prog­et­to prevede anche una piaz­za. Una stra­da la con­giungerà alla sot­tostante via del Mel­o­gra­no. L’asses­sore Bar­bara Bot­ti e il respon­s­abile del set­tore urban­is­ti­ca, geome­tra Gio­van­ni Cia­to, han­no spie­ga­to le modal­ità del­l’in­ter­ven­to. «E’ un piano di inter­esse sovra­co­mu­nale, per cui l’ap­provazione spet­ta alla Regione, che ha ritenu­to cor­ret­ta la pro­ce­du­ra segui­ta — sot­to­lin­ea Cia­to nel­la sua det­tagli­a­ta relazione -. Tut­ti i pareri di rito sono sta­ti acquisi­ti. Al Pirellone viene chiesto di rispettare i para­metri sis­mi­ci indi­cati nel­la relazione geo­log­i­ca. L’Asl invi­ta ad adeguare le reti fog­nar­ie alle norme tec­niche e ad osser­vare le dis­po­sizioni in mate­ria di dis­tanze dalle fonti che gen­er­a­no campi elet­tro­mag­neti­ci e di radiofre­quen­za. La Comu­nità mon­tana Par­co ram­men­ta che il parcheg­gio dovrà con­tenere zone erbose, ed essere autor­iz­za­to. Lo Stap di Bres­cia sta­bilisce che bisogn­erà effet­tuare uno stu­dio idrauli­co det­taglia­to per lo smal­ti­men­to delle acque pio­vane e del mate­ri­ale di sca­vo, definen­do altresì le carat­ter­is­tiche del ter­reno, le capac­ità por­tan­ti, il val­ore di ced­i­men­to in con­dizioni dinamiche. L’Azien­da spe­ciale ha det­to che, per la zona denom­i­na­ta Valene, è pre­vista una vas­ca di infil­trazione di cir­ca 4.700 metri cubi, a monte del­l’at­tra­ver­sa­men­to del­la stra­da statale 572». «Pro­prio la vas­ca — pros­egue Cia­to — è un’­opera indis­pens­abile per sal­va­guardare le zone a valle di Vil­la-Bura­go, da real­iz­zare pri­or­i­tari­a­mente o con­giun­ta­mente alla lot­tiz­zazione. La soluzione di creare pozzi per­den­ti per le acque pio­vane è accetta­bile solo se tran­si­to­ria. Il Gar­da Uno chiede un pro­fi­lo lon­gi­tu­di­nale delle con­dotte, le dimen­sioni dei man­u­fat­ti e la dimen­sione dei pozzi per­den­ti. Il con­siglio comu­nale aggior­na la con­ven­zione inseren­do un arti­co­lo che impeg­ni i lot­tiz­zan­ti a rispettare tutte le con­dizioni imposte dai vari enti». La boz­za del piano «gira­va» da una deci­na di anni. Parec­chi gli elab­o­rati pre­sen­tati. I prece­den­ti prevede­vano una notev­ole dis­per­sione degli edi­fi­ci sul ter­reno o, per con­tro, un’ec­ces­si­va com­pat­tez­za. I lavori dovran­no essere ese­gui­ti entro cinque anni. I pri­vati spender­an­no un mil­iar­do e 700 mil­ioni per le urban­iz­zazioni.

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