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L'articolo 11 dispone che "dal primo gennaio 2000 non è più dovuto il canone annuo per le concessioni di strutture d'ormeggio.

Eliminata la tassa ormeggio

La notizia è di quelle che potrebbero scombussolare i piani, per non dire i sonni, di parecchi sindaci. Tra le pieghe della recente Finanziaria c’è infatti un grande regalo per i diportisti, ma anche un grosso dispiacere per i municipi rivieraschi. L’articolo 11 dispone infatti che “dal primo gennaio 2000 non è più dovuto il canone annuo per le concessioni di strutture d’ormeggio…con finalità turistico-ricreative di aree, pertinenze demaniali marittime e specchi acquei”.Tralasciamo il freddo linguaggio burocratico e cerchiamo di spiegare di cosa si tratta. Le “strutture d’ormeggio” sono tutte quelle opere che non comportano impianti di difficile rimozione destinate all’ormeggio, all’alaggio, al varo e al rimessaggio di piccole imbarcazioni. Dunque, tra queste rientrano le boe d’ormeggio, le piccole passerelle e gli scivoli (ovviamente mobili).Fin qui, dunque, ci troviamo davanti a un bel pacco dono natalizio. Perché a fregarsi le mani saranno i circoli velici e i diportisti. Ma torceranno il naso sicuramente i sindaci dei paesi rivieraschi, che paradossalmente stanno per ricevere in gestione il “demanio idrico”, ovvero le spiagge e i litorali con infrastrutture annesse.Ma senza la possibilità di incassare alcun canone demaniale, tenuto conto della sua abolizione decretata dalla Finanziaria.C’è un cavillo, comunque: la norma introdotta potrebbe riferirsi alle concessioni turistico-ricreative disseminate sul litorale marittimo, e non quindi su laghi e fiumi. Ma a quel punto, la stessa norma potrebbe essere estesa anche alle acque interne, perché in caso contrario avverrebbe una chiara violazione della parità di diritti dei cittadini, sancita dall’ari 3 della nostra Costituzione. Non si capirebbe infatti perché un diportista dovrebbe pagare 300 mila lire di canone per una boa extraportuale a Manerba, mentre a Rimini non dovrebbe sborsare nemmeno una lira. Dall’agevolazione sono comunque esclusi gli esercenti di attività di noleggio e professionali, mentre i circoli velici e altre associazioni potrebbero vantare questo diritto, trattandosi di enti di promozione sportiva e ricreativi.Come si può notare è un bei guazzabuglio, che potrebbe scatenare le proteste di molti sindaci. Ricordiamo che nelle settimane scorse sono stati siglati gli accordi di programma con i quali i porti e i posti barca passeranno sotto la giurisdizione dei municipi.Prossimamente toccherà anche alle spiagge e alle loro pertinenze nautiche: boe, pontili mobili, passerelle, terrazze a lago, scivoli e altro. Una serie di incombenze ma anche di canoni sui quali contano molto le amministrazioni locali, che altrimenti dovrebbero lavorare come diligenti impiegati istruendo pratiche che, fino a oggi, erano in carico allo Stato e alle Regioni.Sembra quasi un “dispetto” quello preparato dal legislatore. Proprio perché il “regalo” di non pagare più il canone demaniale arriva, guarda caso, quando il processo di riforma voluto dai decreti Bassanini è ormai arrivato a pieno regime, portando in teoria vantaggi agli enti locali.Ma c’è un’altra osservazione da fare. Come si diceva, la norma della Finanziaria potrebbe riferirsi solo alle concessioni marittime e, dunque, non incidere sugli interessi presenti sui nostri laghi. Ma è tutto opinabile. Perché come è già successo in casi precedenti, i regolamenti approvati a mare sono poi risultati estensibili anche sulle acque interne.Davanti a un qualunque ricorso sarebbe molto difficile, da parte di un collegio giudicante, sostenere il contrario

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