A come Amarone e B come Barolo e Barbaresco, inteso non solo come ordine alfabetico ma anche come punteggio, e quindi livello di gradimento. Si apre con un’ampia disanima su due calibri massimi dell’enologia italiana il primo numero del 2001 di Falstaff , rivista specializzata in enogastronomia e turismo diffusa nei paesi di lingua tedesca. Ampio il servizio sulla Valpolicella, che porta la firma del giornalista Othmar Kiem: dopo un’attenta analisi della situazione vinicola della zona, nella quale si raccontano vicende, successi e filosofia aziendale delle più importanti cantine, il corrispondente passa all’esame oltre un centinaio di Amaroni, rappresentanti delle cantine più prestigiose di tutta la Doc, dei quali stila la scheda di degustazione con la valutazione in centesimi. Più che lusinghieri i risultati, sia per gli Amaroni del 1995 che per quelli del 1997: ben 26 campioni raggiungono o superano i 90 centesimi. In pole position si conferma una volta di più, sia per l’annata 1995 che per quella del 1997, l’Amarone firmato Romano Dal Forno, l’ormai celebre «Vigneto di Monte Lodoletta», seguito a pochi punti di differenza, ma solo per la vendemmia 1995, dall’Amarone «Pergole Vece» di La Salette e dall’Amarone «Vigneto Il Fornetto» di Stefano Accordini, mentre dietro a Dal Forno per l’annata 1997 si piazzano l’Amarone «Campo del Titari» di Brunelli e «La Fabriseria» di Tedeschi. Subito dopo questo servizio, sempre il giornalista Othmar Kiem fa un giro in Piemonte, soffermandosi a degustare altri due famosi vini rossi, Barolo e Barbaresco, ai quali tuttavia attribuisce punteggi leggermente inferiori a quelli dati agli Amaroni della Valpolicella. E poiché la Valpolicella non è solo vino, il giornalista fornisce anche ampie informazioni a proposito di ristoranti, locali tipici e alberghi in cui soggiornare per completare l’opera di conoscenza di una zona di pregiata viticoltura e del suo vino più famoso. Un invito alla scoperta di nuovi itinerari che certo porterà più di un turista tra i tesori della Valpolicella. (e.t.)
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La rivista tedesca promuove a pieni voti oltre cento cantine doc
«Falstaff» preferisce l’Amarone
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