giovedì, Maggio 2, 2024
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Dopo la maxi frana di venerdì sera che ha spazzato via 30 metri di statale fra Limone e Riva. E’ la soluzione ma ci vogliono tempo e miliardi (50-60)

Gardesana, si pensa al tunnel

Trenta metri di statale finiti nel lago. Una carreggiata scomparsa quasi del tutto e la «Gardesana» ristretta, in alcuni punti, di 3-4 metri. Per fortuna, dopo gli accertamenti di ieri, sembra assodata almeno la notizia più importante: non vi sarebbero vittime. Questo è il bilancio dell’ultima botta, incassata dalla statale 45 bis, nel tratto fra Limone e Riva. Quel punto è ora impercorribile ed è quindi impossibile raggiungere il Trentino. Alternative: la Valsabbia o la Gardesana Orientale. Oppure il battello. L’ultimo smottamento è avvenuto dal monte Rocchetta (celebre per i suoi endemismi botanici, sui quali sono stati scritti dei libri) che si trova sulla sinistra, prima di raggiungere Riva, salendo da Salò. Il materiale precipitato sulla strada e nel lago ammonta a un migliaio di metri cubi. Ma, in seguito all’ispezione di ieri mattina, gli esperti hanno potuto assodare – osservando dall’elicottero – che pietre e terriccio abbattutisi rappresentano solo una parte modesta di quanto si trova ancora in parete. Ed emerge la situazione di un masso di enormi proporzioni che – stando alle testimonianze di chi ha visto – non garantisce nulla di buono. In definitiva, il vero problema pare essere, oltre alla frana già caduta, quest’altra emergenza geologica, della quale ora sono tutti al corrente. D’altronde, tempo addietro un geologo della Provincia di Trento aveva anticipato la possibilità di eventi, quali quello accaduto l’altra sera, proprio nella zona in cui il fatto è avvenuto. La giornata di ieri è servita per fare il punto sulla situazione. Un aggiornamento c’è stato a Riva (il tratto di statale è gestito dalla Provincia di Trento) e un altro incontro si è tenuto in Municipio a Limone, alla presenza di amministratori locali, tecnici e albergatori. Il problema oggi pare la fotocopia di quello del febbraio ’99: l’interruzione della strada (stavolta senza morti, per fortuna) causata da due frane, cadute a poche decine di metri l’una dall’altra. E il pensiero vola già alla prossima primavera, nella consapevolezza che i mesi passano in fretta e, alla questione della sicurezza nel transito, si affiancano le necessità di Limone, in prima battuta, e degli altri paesi della Gardesana occidentale che, sul turismo, basano una notevole parte della loro economia. Difficile, al momento, raccogliere dichiarazioni sulle probabili vie di uscita e le bocche restano cucite soprattutto se si fa riferimento ai tempi per rimediare all’ennesimo intoppo. Le principali ipotesi di intervento che sembrano emergere sono due, attorno alle quali sono state formulate supposizioni, tenendo conto di situazioni analoghe. Se si dovesse propendere per la risistemazione dell’attuale sede stradale, necessiterebbe un mese di tempo o forse due. Se, invece, si optasse per una soluzione radicale – vale a dire la costruzione di un nuovo tunnel per fare correre nella roccia un tratto della strada a sud di Riva verso Limone – i tempi verrebbero dilatati enormemente. Al problema dei costi si aggiungerebbe il coinvolgimento degli enti finanziatori. Battista Martinelli, sindaco di Limone, ha visionato il luogo della frana. «O si sistema la strada crollata, proteggendola con paramassi, e la spesa approssimativa potrebbe aggirarsi tra 1 e 2 miliardi, oppure si può pensare a un nuovo tunnel di lunghezza tra 800 e 1000 metri. In questo caso i costi potrebbero collocarsi tra i 50 e i 60 miliardi». Notizie più precise, in ogni modo, il sindaco potrà fornirle solo dopo gli incontri ufficiali con gli amministratori trentini, bresciani e della Regione Lombardia, in programma ai primi di gennaio. «In Trentino hanno avuto mezza dozzina di emergenze sulle strade e vorrebbero tirare il fiato. Da noi non si trova nessuno, ma siamo decisi a coinvolgere Provincia e Regione, a costo di andare a cercare i responsabili sulle piste di sci», aggiunge Martinelli. La Provincia di Trento potrebbe, infatti, impegnarsi in qualche modo, ma già ieri è emerso chiaramente che verrà richiesta la partecipazione di Brescia e della Lombardia per fare fronte alla questione. «Il problema della viabilità sarà considerato anche dalla Comunità del Garda». Lo ha assicurato il neo presidente Giuseppe Mongiello: «Creeremo un forum di discussione, ma non vogliamo enfatizzare il problema, affinché non si ritorca contro il turismo locale. Un altro interrogativo: alcuni aspetti franosi sono determinati dagli incendi degli anni scorsi?».

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