sabato, Maggio 18, 2024
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Colleziona preziose biciclette da anni e ha allestito all'Hotel Virgilio un piccolo museo aperto a tutti. «Sono la nostra storia. Che bello se il comune s'interessasse»

Gigi Farè, la passione ha due ruote

Ne conosce l’anno di nascita, le chiama per nome, le accarezza con affetto. Basta guardarlo Pierluigi Faré (nella foto), cuoco rivano di 41 anni, mentre si muove all’interno della sala espositiva che ha allestito all’Hotel Virgilio per capire quanto grande sia la passione per le sue “biciclette”. O meglio, per quella cinquantina di “creature a due ruote” (il termine “bicicletta” è riduttivo) dall’affascinante passato, che da anni “Gigi” raccoglie, restaura e studia con un amore che contagia chi lo sta ad ascoltare mentre ne illustra i dettagli tecnici o racconta il periodo storico in cui percorrevano le strade ancora bianche di tutta Europa. C’è una Michaudine del 1865 (il primo modello a cui furono applicati i pedali), c’è un biciclo del 1880, un bicicletto (sì, maschile) “a croce” del 1885, c’è una bicicletta Peugeot del 1905 tutta di legno, c’è quella utilizzata a Caporetto dai Bersaglieri, quella su cui, durante il secondo conflitto mondiale, sfrecciavano le truppe tedesche e tante, tante altre. Tutte oliate, lucide e cromate come se fossero state appoggiate lì qualche minuto prima dal proprio passeggero. «Ho iniziato con manifesti e autografi – spiega Gigi – poi, per caso, mi è capitata tra le mani una bici ed è stata passione». Una “febbre” che non si limita alla ricerca e alla cura dell’oggetto. «Oltre agli aspetti tecnici – continua il collezionista – ma mi affascina conoscere il contesto storico e sociale in cui il singolo pezzo è stato fabbricato e utilizzato». Così, in alcune vetrinette, fanno bella mostra medaglie (tante della gloriosa Polisportiva Benacense), spille, “bolli” (una volta si pagava la tassa), foto, campanelli e, in angolo, anche l’abbigliamento completo di un ciclista d’epoca. Tutto frutto della paziente raccolta nei mercatini di tutta Italia. «Oltre che dell’aiuto di amici, di famigliari – sottolinea Farè – e in particolar modo dell’assistenza tecnica di quell’eccezionale meccanico che è Livio Leoni (noto titolare di un negozio di bici ndr)». La mostra può essere visitata da chiunque, basta telefonare allo 0464/521051 per mettersi d’accordo sull’orario. Qualche sogno? «Sarebbe bello che le istituzioni s’accorgessero di questa mostra. So da amici collezionisti che in giro per l’Italia i musei fanno a gara per ospitare le bici…io sono disponibile».

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