lunedì, Aprile 29, 2024
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Portano in giro per le strade d’Italia l’immagine della rinascita dopo un trapianto: un momento difficile ma inevitabile non tanto per restare in vita quanto per tornare realmente a vivere.

Giro del veneto per trapiantati

Portano in giro per le strade d’Italia l’immagine della rinascita dopo un trapianto: un momento difficile ma inevitabile non tanto per restare in vita quanto per tornare realmente a vivere. Sono gli specialissimi atleti del Gruppo Ciclistico Trapiantati, che nei giorni scorsi si sono fermati a Peschiera per la terza tappa del Giro del Veneto che tocca quest’anno anche Lombardia e Friuli Venezia Giulia. I sedici ciclisti e i loro accompagnatori sono stati accolti con un rinfresco dai volontari della locale sezione Aido, del gruppo cardiotrapiantati e del gruppo Alpini. «Dopo tanti anni di dialisi avevo dimenticato cosa significa essere sani e condurre una vita normale», racconta Guido Bonazzi di Parma. «Noi siamo tornati a vivere e certo sì, anche con fatica, soprattutto quando pedaliamo in salita». «In effetti la gente spesso non si rende conto di cosa voglia dire il trapianto», gli fa eco il trevigiano Enzo Franceschin. «Io sono stato trapiantato diciotto anni fa: ricordo che a 25 anni non riuscivo a salire due rampe di scale: oggi corro il Giro del Veneto proprio per far capire alle persone che quanto predicano volontari e medici conduce ad un risultato ben preciso: quel risultato siamo noi». I sedici ciclisti, che per partecipare alla manifestazione utilizzano regolari ferie di lavoro, hanno un’età media che va dai 40 ai 50 anni; tra di loro vi sono trapiantati di rene, fegato e cuore. «Una delle cose più belle di questa iniziativa è che intorno a noi non si muovono solo le associazioni di volontariato già vicine alla donazione; lungo tutto il nostro percorso, infatti, siamo accompagnati anche da altri sportivi, gruppi di ciclisti dilettanti come noi, che ci stanno vicino». «In questo modo crediamo davvero di riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica» continua Franceschin «e in un modo diverso da come viene fatto di solito; speriamo così di riuscire a vincere quelle interminabili liste d’attesa che separano una vita finita dalla sua rinascita». Oggi il gruppo farà sosta a Legnago nel pomeriggio , dove sarà accolto dai dirigenti dell’ULss in via Zanella. Giuditta Bolognesi

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