La proliferazione delle alghe nel lago provoca sgradevoli conseguenze; lo si è potuto constatare l’anno scorso quando il lungolago di Peschiera è stato letteralmente invaso da questi vegetali che si sono riprodotti a dismisura. Le acque dolci infestate dalle alghe però possono celare anche pericolosi e invisibili nemici per la salute: le cianoficee. Questi microrganismi tossici possono provocare effetti acuti come le dermatiti se il contatto con l’acqua è solamente esterno. Ma se l’acqua viene ingerita accidentalmente quando si fa il bagno oppure alimenta gli acquedotti, e quindi viene utilizzata anche per scopi alimentari, le tossine algali possono causare gastroenteriti e altre patologie croniche rilevanti. C’è da considerare anche che oltre il 63 per cento del pesce che viene consumato nel nostro Paese è di acqua dolce. Si tratta quindi di un problema sanitario che in particolare sul Garda non deve essere sottovalutato anche se sinora non si sono registrati casi gravi. Intanto però sulla sponda lombarda l’Azienda sanitaria di Brescia, tramite il Laboratorio di sanità pubblica del dipartimento di prevenzione e in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, ha attivato uno specifico servizio di monitoraggio algale. Su questo tema i sanitari bresciani, che stanno tenendo sotto controllo la proliferazione delle cianoficee, hanno organizzato un convegno che si terrà venerdì 4 maggio nel Palazzo dei congressi di Sirmione; saranno illustrate le attività svolte e i dati raccolti sinora e i nuovi programmi del laboratorio bresciano che ogni anno effettua circa 2000 controlli all’anno per individuare le tossine prodotte dalle alghe.
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Venerdì un convegno a Sirmione
Guerra alle alghe Iniziano i controlli dei laboratori
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