Si è svolta a Puegnago l’assemblea dell’Azienda speciale consorzio Garda Uno, che raggruppa i comuni della riviera bresciana, Carpenedolo e l’Amministrazione provinciale. Dopo avere definito le quote di ciascuno nella nuova società per azioni (la trasformazione verrà ultimata nei prossimi mesi), è stato approvato il bilancio preventivo. Iniziata l’attività nel ’94 con un volume di ricavi di circa quattro miliardi delle vecchie lire, cinque persone e la sola gestione del collettore che trasporta i liquami al depuratore di Peschiera, il Garda Uno arriva al 2003 con 38 miliardi di ricavi complessivi, 160 dipendenti e una vasta gamma di servizi gestiti a favore dei comuni (raccolta dei rifiuti solidi urbani, rete delle fognature e degli acquedotti, pulizia delel spiagge, progettazione ed esecuzione lavori, ecc.). «Il vero boom – hanno ricordato il presidente Guido Maruelli e il vice Mario Quecchia – si è verificato nel 2001 e 2002. Adesso dobbiamo consolidare la situazione, puntando al miglioramento della qualità, a una più attenta lettura delle esigenze e alla riorganizzazione di alcuni settori». I corrispettivi, che ammontano a 19milioni e 244mila euro, sono così divisi: 16milioni e 203mila i ricavi da prestazioni (il 38% arriva dal servizio di raccolta rifiuti, il 32% da acquedotti e fognature, il 16% dal depuratore, il 7% dal pozzo nero, il 5% dall’ufficio tecnico, il 2% dal collettore), rispetto ai 14 milioni e 433 mila del 2002; un milione e 453mila i proventi finanziari e straordinari, cifra rimasta sostanzialmente invariata; un milione e 586mila i contributi, contro il milione e 372 mila euro dell’anno scorso. Le voci che incidono maggiormente sui costi sono i servizi (sei milioni e 716mila euro, pari al 35% del totale), il personale (cinque milioni e 553mila, vale a dire il 29%), gli ammortamenti (due milioni e mezzo, il 13%) e le manutenzioni (una milione e 992mila, ovvero il 10,5%). A proposito della raccolta dei rifiuti, si sta passando dalla tassa alla tariffa, con nuovi criteri di calcolo. I cittadini dovranno pagare in base all’effettiva produzione di rifiuti, da qui la necessità di un monitoraggio delle varie tipologie di utenze. Inoltre le entrate dovranno coprire i costi, compresi gli ammortamenti per nuovi investimenti, le mancate riscossioni, la remunerazione del capitale investito. Acquedotti, fognature e collettazione. Al momento sono «gestite» 45mila utenze. Due gli sportelli operativi: nella sede di Portese e nell’ufficio periferico di Desenzano, oltre a quelli nei comuni. È imminente l’avvio delle procedure per aggiornare le tariffe. L’obiettivo: permettere a ogni località di raggiungere il pareggio economico. Sono stati ipotizzati ritocchi per 661.578 euro, circa il 10% dei ricavi previsti, pari a sei milioni e 732mila euro. La matassa da dipanare riguarda lo scostamento tra volumi fatturati (otto milioni e 500mila metri cubi) e quelli realmente trattati (circa 14 milioni), dovuto al fatto che, nelle condutture miste, le acque piovane sono immesse con i liquami. Nei prossimi mesi verrà effettuata un’analisi accurata per cercare di ridurre tale discrepanza. Per il pozzo nero di Peschiera, dove i camion-cisterna scaricano i liquami non convogliati nel collettore generale, si sta ultimando il nuovo impianto chimico-fisico. I guadagni diminuiscono perchè si registra una caduta delle tariffe riguardanti i reflui trattati e un aumento dei costi di esercizio, dovuti a ulteriori processi di lavorazione imposti dagli enti di controllo. Ufficio entrate. E’ stato attivato uno staff con lo scopo di incrociare una serie di banche dati (catasto, Ici, Enel, ecc.) e far emergere i possibili recuperi di evasione di alcuni tributi. Nel rilevare «difficoltà finanziarie correlate ai minori ricavi del pozzo nero e al mancato adeguamento delle tariffe», il collegio dei revisori, composto da Massimo Pollini, sindaco di Moniga, Eugenio Vitello e Aurelio Bizioli, ha invitato l’Azienda speciale a «un costante monitoraggio tra ricavi e costi».
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L’Azienda speciale ha chiuso il 2002 con 38 miliardi di vecchie lire in ricavi