martedì, Maggio 7, 2024
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I motoscafi pronti a lasciare il canale della Rocca per cercare nuovi attracchi LIVELLO DI GUARDIA

Il lago è basso, ma si naviga lo stesso (per ora)

Chi dice un metro e venti, chi tra gli ottanta-novanta centimetri sotto l’altezza normale: comunque sia, il livello del Garda in questi mesi di clima tropicale e siccità si è abbassato da far paura. Non è ancora scattato l’allarme rosso, ma se va avanti così, con uno o due centimetri in meno al giorno, bisognerà fare i conti con i problemi annessi e connessi. Innanzitutto la navigazione nei porti e nel canale della Rocca, dove già adesso alcune barche a vela ed i motoscafi a volte toccano il fondo.I più preoccupati sono senza dubbio Luigi Crosina e Roberto Danti, proprietari dei motoscafi che ogni giorno portano in gita sul lago decine di turisti. Attraccano nel canale della Rocca e quando si muovono la loro perizia al timone è direttamente proporzionale al numero di persone che hanno a bordo. Ovvio, maggiore è il carico e più lo scafo affonda, col pericolo che l’elica tocchi il fondo limaccioso: «Mi è già successo un paio di volte», afferma Crosina, «quindi se la situazione non cambia in fretta, dovrò cercare un altro punto di attracco». A questo Danti ha già provveduto, i suoi due motoscafi si sono spostati all’estremità sud del canale dove l’acqua è più alta. Entrambi i noleggiatori sperano dunque nella pioggia (non i fugaci temporali di queste settimane, dopo i quali, ha osservato Crosina, il livello anziché aumentare cala: secondo lui gli agricoltori del basso lago ne approfittano per incrementare i prelievi), purché sia estesa a tutto il Nord Italia, dato che se non piove in pianura, gli impianti irrigui alimentati dal Garda continueranno a funzionare. Altrimenti, concludono sia Roberto Danti sia Luigi Crosina, bisognerebbe aprire la galleria Adige-Garda. Ipotesi, questa, lanciata un mese fa dalla protezione civile nazionale, ma scartata in seguito alle pressioni dei comuni lacustri e della Comunità del Garda, che temono gli effetti ambientali provocati al lago e al suo microclima dalle acque più fredde e contaminate del fiume.I noleggiatori rivani ricordano che una situazione analoga si era creata nel 2000. Allora si toccarono i 35 centimetri sopra lo zero idrometrico della scala graduata, che indica le quote convenzionali sopra il livello del mare. Ma ormai era fine agosto, la stagione estiva sfumava e il maltempo autunnale incombeva.Se ne rammenta anche il direttore della Navigarda Marcello Coppola. «E’ vero, il lago è basso ma per adesso, come nel 2000, nessuno scalo è stato cancellato e nessuna delle nostre imbarcazioni si è dovuta fermare. E non credo neanche che succederà, tranne forse per l’aliscafo, che eventualmente sarà sostituito con un battello. Storicamente e in piena sicurezza la Navigarda ha garantito il trasporto via lago sempre, anche in momenti peggiori, quando l’acqua ha sfiorato i 17 centimetri sopra lo zero idrometrico. In ogni caso i problemi più seri noi non li dovremo affrontare a Riva, bensì nel basso lago, a Sirmione, Lazise o Peschiera dove per raggiungere gli imbarchi si utilizzano i canali dragati di avvicinamento».E nei porti rivani cosa succede? Tranne alcune barche con pescaggio profondo che si è dovuto portare a secco, a porto S.Nicolò e alla Fraglia tutto funziona regolarmente, anche grazie alle boe che indicano fondali bassi e ostacoli.

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