Arriva la tutela comunitaria per il marrone di San Zeno a denominazione di origine protetta (dop), che si va così ad aggiungere alle 123 specialità alimentari italiane che hanno già avuto l’ambito riconoscimento dell’Unione europea. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea la domanda di riconoscimento e, se non verranno sollevate obiezioni entro i prossimi sei mesi, si procederà alla sua iscrizione nell’Albo delle denominazioni di origine dell’Unione europea, nel quale sono già presenti tre marroni e castagne nazionali tutelate (Marrone del Mugello igp, Marrone di Castel del Rio igp, Castagna di Montella igp). La zona di produzione e trasformazione del marrone di San Zeno è situata fra i 250 e i 900 metri sul livello del mare, rientra nel territorio del Monte Baldo, che è compreso tra il lago di Garda e la Val d’Adige. Comprende parti dei Comuni di Brentino-Belluno, Brenzone, Caprino Veronese, Costermano, Ferrara di Monte Baldo e San Zeno di Montagna, tutti compresi nella zona omogenea della Comunità montana del Monte Baldo dove il castagno era coltivato già nel medioevo. Il marrone di San Zeno va commercializzato, allo stato fresco, in sacchetti di materiale per alimenti, in confezioni da 0,3 kg, 0,5 kg, 1 kg, 2 kg, 3 kg, 4 kg, 5 kg, 10 kg; le confezioni di dimensioni più ampie (25 kg e 50 kg) dovranno essere commercializzate in sacchi di juta o altro materiale idoneo. Tutte le confezioni vanno sigillate in modo da impedire l’estrazione dei frutti senza la rottura del sigillo e devono essere provviste di un’etichetta con il logo. «Nel logo», precisa la Coldiretti, «sono rappresentati due cerchi contenenti l’uno San Zeno benedicente e l’altro due ricci stilizzati, accavallati e deiscenti con il marrone che esce. Esso include, nel cerchio di sinistra in basso, la scritta «San Zeno», e nel cerchio di destra la scritta «Marrone» in alto e «di San Zeno» in basso. La scritta dop viene collocata in una fascia araldica, fra i due cerchi e alla loro base. Sull’etichetta si dovranno inoltre indicare peso, annata di produzione e luogo di confezionamento.
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Domanda pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Si aggiunge alle 123 specialità italiane già tutelate