Un monsignore scienziato e musicista, un senatore letterato amante dell’arte, un meccanico pilota asso dell’aviazione, un musicista troppo schivo che piaceva a Verdi, un compositore di musica lirica e sacra vissuto fin dalla giovinezza a Lonato ed uno storico non vedente che ha compilato una ponderosa storia della musica. I personaggi che nel Novecento hanno reso famoso il nome di Lonato non sono pochi. Abbiamo scelto sei vicende, fra le tante che meriterebbero citazione, per raccontare come da una piccola comunità possano emergere persone capaci di imporsi all’attenzione. È il caso di mons. Luigi Cerebotani, sacerdote appartenente ad una antica famiglia bresciana, la cui vita ha attraversato larga parte dell’Ottocento ma anche quasi un terzo del Novecento: è nato nel 1847 e morto nel 1928. La sua fama è legata agli studi ed alle sue invenzioni.Docente al Politecnico di Monaco annovera fra i suoi discepoli la futura regina madre del Belgio, principi e personaggi illustri. Cameriere segreto del Santo Padre, membro dell’Accademia pontificia dei nuovi Lincei , canonico della cattedrale di Monaco si prodigò per evitare le stragi della Prima guerra mondiale.Inventò il «teletopometro» per la misurazione delle distanze fra due punti, strumento così lodato che perfino il Pontefice volle assistere agli esperimenti del monsignore che misurò, con assoluta precisione, la distanza fra le sale papali e la cupola di San Pietro. Lo strumento servì per tracciare le prime mappe topografiche di molte nazioni, Cina compresa.I suoi lavori furono apprezzati da Guglielmo Marconi che incontrò a Londra. Egli fu pioniere della moderna scienza delle telecomunicazioni ed il suo telegrafo stampante o teletipografo, creato nel 1900, è in tutto e per tutto la moderna telescrivente. Come spesso accade, il suo genio venne apprezzato più all’estero che non in patria.Ha avuto la sua razione di amarezza anche il gen. Marziale Cerutti, asso dell’aviazione militare. Appassionato di moto fu ammesso alla scuola di pilotaggio di Pisa nel 1915 ed a soli 21 anni, conseguito il brevetto, entrava nella 79ma squadriglia caccia schierata a Istrana, equipaggiata con aerei Macchi Nieuport da 80 cavalli soprannominati «Bebè». Per fare prima rinunciò ad espletare le pratiche burocratiche che gli avrebbero dato il grado di sottotenente. In due anni di guerra col suo aereo con l’insegna «Marziale imperatore romani» diventa asso dei combattimenti. Finita la guerra segue la carriera militare fino al grado di generale di brigata aerea e capo di Stato maggiore. Epurato e degradato dopo l’8 settembre, fu riabilitato nel 1946, purtroppo dopo la sua morte avvenuta a pochi passi da casa per una banale caduta in moto. Bresciano di nascita ma lonatese per scelta è il senatore Ugo da Como. Allievo e continuatore di Giuseppe Zanardelli, fu deputato per Lonato, sottosegretario al Tesoro e poi senatore nel 1920 e, infine, presidente della Cassa nazionale assicurazioni sociali, l’Inps dell’epoca. Si trasferì nell’ultima parte della sua vita a Lonato nella «Casa del podestà» (veneto) dove si dedicò a studi e indagini storiche ed al collezionismo di libri e opere d’arte.Alla sua morte, nel 1941, Da Como destinò i suoi beni alla creazione della Fondazione a lui intitolata. Case, terreni, la Rocca viscontea, la biblioteca ricca di trentamila volumi, manoscritti, incunaboli, libri antichi, collezioni di dipinti, vasi di farmacia, vetri, rami, arredi preziosi sono il patrimonio dell’istituzione.Il padre di Luigi Menegazzoli era il più noto negoziante di strumenti musicali di Verona, dov’è nato. Interruppe gli studi classici per frequentare il liceo musicale e, giovanissimo, si trasferì a Lonato dove fu organista. Il suo talento per la composizione si rivelò subito, già a 19 anni venivano eseguiti «Poema sinfonico», «Quartetto». Fu attratto dall’opera lirica e dalla musica sacra tanto che la sua produzione risulta assai vasta. Una sua messa venne eseguita a Monaco; suoi pezzi furono elogiati da Toscanini, eseguiti dalla Rai, ma anche all’estero.E sul versante musicale altri due lonatesi si distinsero. Il maestro Paolo Chimeri, mancato nel 1934, viveva con il padre organista a Lonato dove era nato. A 7 anni tenne il suo primo concerto. Si trasferì poi con la famiglia a Brescia, dove fu compositore e direttore di grande talento, apprezzato da Verdi ma anche alla Scala di Milano che gli offrì la dirigenza dei cori, incarico che rifiutò per restare a Brescia. Fu il primo insegnante del grande Arturo Benedetti Michelangeli.Infine in questa breve carrellata di personaggi famosi, forzatamente incompleta, ricordiamo il maestro Antonio Capri, musicologo insigne. Milanese di nascita, rimase cieco a soli due anni per colpa di una meningite. Lo studio del pianoforte, sotto la guida del maestro Emilio Schieppati, lo impegnò negli anni dell’infanzia e della giovinezza: si diplomò al conservatorio di Parma a soli 17 anni.Scelse di vivere a Lonato. Qui, nella vicina campagna – come ricordò Mario Conter subito dopo la sua morte nel 1979 – Capri stese l’opera più onerosa, ponderosa e importante della sua carriera di musicologo: la «Storia della musica» in 7 volumi, edita da Vallardi nel 1975. Quindici anni di lavoro con l’aiuto continuo della moglie.«Un’edizione bellissima – scrisse fra l’altro il maestro Mario Conter ricordandolo con un articolo di terza pagina sul Giornale di Brescia – con preziose riproduzioni, documentata scrupolosamente e puntigliosamente come poche altre. Capri, nelle tenebre seppe trovare la felicità attraverso l’amore, la musica, il sapere, mirando agli ideali per la pienezza della vita»
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Alla scoperta dei personaggi che hanno improntato di sé gli ultimi cent’anni della cittadina gardesana. Il Duomo di Lonato in una foto d’epoca fornitaci da Gualtiero Bersanini. In alto una cartolina storica della cittadina ed al centro della pagina l’auto
Il prete scienziato e l’asso dell’aviazione
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