Primo segmento di stagione turistica tra luci ed ombre sull’alto Garda bresciano. Il direttore del Consorzio Riviera dei Limoni, Marco Girardi parla di «azione di sbarramento anticrisi che sta dando qualche risultato. Oggi conta il rapporto qualità-prezzo, perché gli stranieri non sono più sprovveduti. In passato qualcuno ha tirato troppo la corda ed ha vissuto sugli allori. Qualcuno è stato previdente mentre alcune strutture sono rimaste al palo, senza migliorarsi. Basta dare un’occhiata al turismo cosiddetto della terza età: una volta faceva rotta sul Garda mentre adesso preferisce guardare al Marocco, alla Turchia o a Puerto de la Cruz nelle Canarie dove trova hotel a quattro stelle e menu a buffet che soddisfano l’utenza». Questo inizio del 2005, in genere, non ha visto una bella partenza di bar e ristoranti. Solo di recente i tavoli si stanno riempiendo. Ma neppure gli alberghi possono cantare vittoria: rispetto al 2004 le cifre sono leggermente inferiori, penalizzate anche dalla Pasqua “bassa” e dalle condizioni meteo che hanno accompagnato marzo e aprile. Buono, invece, il recupero avvenuto in maggio e discreto giugno. Buone le prenotazioni per i mesi estivi. «L’obiettivo dell’alto lago è di mantenere le presenze del 2004 e, se procediamo di questo passo, possiamo senz’altro farcela», prosegue Girardi. Lo scorso anno, l’alto Garda bresciano ha registrato circa 4 milioni e mezzo di presenze, un terzo delle quali negli alberghi di Limone. Gli stranieri più fedeli? Tedeschi, naturalmente, ma anche tanti inglesi. Quest’anno sono bene rappresentati gli spagnoli (che preferiscono una o due notti, scegliendo il Garda come base per la visita alle città d’arte) e gli olandesi. Quanto alle potenzialità di spesa, il tasto si fa dolente. I tedeschi che un tempo facevano la parte del leone, adesso preferiscono scegliere le tariffe «tutto compreso»: fanno bene i conti ed evitano qualsiasi tipo di sorpresa. Diverso è — in genere — l’approccio alle vacanze: i tedeschi presentano una potenzialità di spesa in media di 60 euro al giorno, mentre gli inglesi si collocano attorno ai 90 euro in media. «Quanto agli spagnoli — prosegue Girardi — la loro attenzione verso il Garda era emersa nel corso della fiera di Barcellona, dove il lago è stato richiesto parecchio». Proprio la rimarcata presenza di turisti inglesi, che raggiungono il Garda in aereo, ha convinto a confermare il servizio di «taxi-service» dagli aeroporti di Orio al Serio, Villafranca e Montichiari verso le località altogardesane. Con cifre che oscillano tra i 20 ed i 40 euro è possibile raggiungere gli hotel, mentre le tariffe ordinarie sfiorano i 200 euro per il medesimo servizio. Quanto agli albergatori, da tempo c’è chi ha iniziato a comprendere nel prezzo anche le bevande sia dei pasti che della giornata: un altro mezzo per allettare il cliente. Resta da gettare un ultimo sguardo all’aspetto più temibile: la concorrenza. «Non temiamo quella italiana, neppure per i prezzi. La Toscana, ad esempio, è più cara di noi. Temiamo, invece, Croazia, Spagna e Grecia le cui strutture, sovente, hanno costi di gestione molto inferiori ai nostri. Noi, però, possiamo mettere sul piatto della bilancia un’atmosfera ed un territorio che altri non hanno ed una enogastronomia di livello. Ma non basta: stiamo allargando il mercato e, per il 2006, stiamo già stipulando contratti con clienti (specie scandinavi), stanchi dell’anonimato di alberghi a buffet e, spesso, con personale non qualificato. Noi dobbiamo offrire la qualità perché solo in questo modo possiamo vincere la partita».
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