Home Attualità La Divina Emozione atto secondo: la “Voce delle Mani”

La Divina Emozione atto secondo: la “Voce delle Mani”

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La voce del­la mani”, una nuo­va mostra fotografi­ca che Sirmione offre ai suoi vis­i­ta­tori per ren­dere omag­gio a con gli stra­or­di­nari scat­ti di due tra i più gran­di fotografi inter­nazion­ali.

Un alles­ti­men­to ined­i­to, ideato dal Comune di Sirmione in col­lab­o­razione con la cele­bre agen­zia fotografi­ca inter­nazionale Mag­num Pho­tos, che rac­con­ta, attra­ver­so la forza degli scat­ti di Cristi­na de Mid­del e Richard Kalvar, la e la poten­za delle mani al servizio del­l’in­ter­pre­tazione lir­i­ca sul pal­cosceni­co e del­l’e­spres­siv­ità popo­lare per le strade e le piaz + Aggiun­gi una nuo­va cat­e­go­ria ze d’I­talia.

Le mani che par­lano sono quelle di Maria Callas, stra­or­di­nar­ia inter­prete che ha por­ta­to in sce­na la sua ges­tu­al­ità ad evi­den­ziare la forza di una mag­nifi­ca voce e la pro­fon­dità di inter­pre­tazioni indi­men­ti­ca­bili, e sono le mani degli ital­iani, che aggiun­gono ric­chez­za e pro­fon­dità di sig­ni­fi­ca­to a ogni con­ver­sazione e la ren­dono com­pren­si­bile anche a chi non conosce la nos­tra lin­gua.

A sco­vare, leg­gere, inter­pretare e immor­ta­lare questi movi­men­ti, così come a far­li riv­i­vere in una mostra asso­lu­ta­mente uni­ca allesti­ta a Palaz­zo Callas Exhi­bi­tions, sono i fotografi di Mag­num Pho­tos Cristi­na de Mid­del, classe 1975, artista e doc­u­men­tarista spag­no­la e Richard Kalvar, statu­nitense classe 1944 colon­na por­tante del­l’a­gen­zia fotografi­ca dal 1975.

“In ques­ta mostra Maria Callas diven­ta il pun­to di parten­za di un viag­gio curioso ed intri­g­ante nel­la sfera del­la comu­ni­cazione inter­per­son­ale – illus­tra il sin­da­co – e nel­la rete di con­nes­sioni che anche il lin­guag­gio non ver­bale gen­era tra le per­sone. Il risul­ta­to è stra­or­di­nario, pari allo stu­pore che queste immag­i­ni gen­er­a­no in chi le scorre una dopo l’al­tra”. 

È con il Sec­on­do Atto de “La Div­ina Emozione” e la mostra “La voce delle mani. Maria Callas and the Ital­ians” che Sirmione tor­na a far par­lare di sé e del­la Div­ina nel prog­et­to tri­en­nale “Sirmione 21–23” che porterà alle cel­e­brazioni del cen­te­nario dal­la nasci­ta del­la Div­ina, nel 2023.

LA MOSTRA

Al pri­mo piano di Palaz­zo Callas Cristi­na de Mid­del cel­e­bra l’ec­cezionale tal­en­to di Maria Callas con una mostra uni­ca, cre­a­ta apposi­ta­mente per l’oc­ca­sione.

“La sto­ria di Maria Callas è la con­fer­ma di una cer­ta visione arche­tipi­ca delle donne che, si dice, cre­dono nel vero amore e che sac­ri­f­i­cano la pro­pria car­ri­era per il bene di esso” rac­con­ta Andréa Holzherr, Glob­al Exhi­bi­tion Man­ag­er di Mag­num Pho­tos.

“Si è las­ci­a­ta morire quan­do la vita, dicono, non val­e­va più la pena di essere vis­su­ta. Il pub­bli­co più vas­to la ricor­da per­ché è più facile riconoscer­si nel­la sua sof­feren­za che riconoscere il suo eccezionale tal­en­to. Questo era ancor più il caso ai tem­pi di Maria Callas, e soprat­tut­to per quan­to riguar­da il tal­en­to di una don­na.

Quan­do Maria Callas ha inizia­to a ele­var­si allo sta­tus di “Diva”, con una voce che si sarebbe dis­tin­ta e avrebbe cre­ato la leggen­da che è diven­ta­ta, è sta­to il reg­ista di cin­e­ma e teatro Luchi­no Vis­con­ti a plas­mar­la come attrice. Nelle sue parole: “Vis­con­ti mi ha fat­to sco­prire come recitare sul pal­co. Mi ha inseg­na­to che meno mi muo­vo sul pal­co sen­za un vero moti­vo, più si riflette la mia vera per­son­al­ità.” con­clude Holzherr.

Nelle per­for­mance min­i­mal­iste di Maria Callas, i gesti sono per­cepi­ti come un del­i­ca­to rit­uale in cui le sue mani, al rit­mo del­la musi­ca, si esp­ri­mono con la stes­sa forza del­la sua voce.

Al sec­on­do piano di Palaz­zo Callas, Richard Kalvar pre­sen­ta la sua mostra incen­tra­ta sul­l’u­so da parte degli ital­iani di una sor­ta di sec­on­do lin­guag­gio basato sul­la ges­tu­al­ità.

Kalvar ha inizia­to ques­ta serie quan­do ha vis­i­ta­to per la pri­ma vol­ta l’I­talia all’inizio del­l’agos­to del 1978 per fotogra­fare il funerale di Papa Pao­lo VI e l’elezione del suo suc­ces­sore. Men­tre il suo taxi si fer­ma­va in Piaz­za di Spagna a Roma, capì subito di essere arriva­to nel par­adiso che il fotografo descrive cosi: “Ho capi­to di essere nel­la ter­ra del­la per­pet­ua inter­azione umana, espres­sa non solo con la voce ma con la boc­ca, le guance, gli occhi, le soprac­ciglia, la fronte, le mani (le mani!) — insom­ma tut­to il cor­po. L’in­ter­no visi­va­mente este­ri­or­iz­za­to! Cosa può desider­are di più un fotografo? Così, quan­do sono tor­na­to più volte ed entu­si­as­ti­ca­mente a fotogra­fare la vita in Italia, mi sono ritrova­to con molte immag­i­ni in cui i gesti era­no essen­ziali. Non sta­vo cer­can­do di cat­a­log­a­r­li; sem­plice­mente non pote­vo evi­tar­li!” così Richard Kalvar.

 

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