Dopo almeno cinquanta uscite e i test obbligatori che lo hanno visto veleggiare sul Lago di Garda, salpando da Castelletto di Brenzone, ieri «Emozioni» è approdato in Piazza Dante, a due passi dal Palazzo Scaligero. E ieri, nella sala verde della Provincia, Alberto Martelletto e Maria Luisa Tezza, rispettivamente assessori ai trasporti e alle politiche sociali, hanno presentato il trimarano biposto dell’associazione veronese «Eos la vela per tutti», progettato e realizzato col contributo della Fondazione Cariverona e della Provincia.Per l’occasione c’erano Giacomo Murari Bra’ presidente di «Eos», l’istruttore Valerio Pighi ideatore e progettista con la figlia Caterina volontaria di «Eos», il legale Maurizio Cimetti, Carlo Gheller e Erwin Linthout del direttivo, il costruttore Roberto Sartori della Proteus Yachts di Cavaion. Non poteva mancare Cristina Dusi, moglie di Michele Dusi, il magistrato paraplegico innamorato dell’acqua e della vela, che volle la nascita di «Eos» nel 1999. Scomparso il 13 gennaio del 2003, l’ aveva fatta nascere perché sapeva che la barca a vela è utile come mezzo di riabilitazione. Così, col contributo della Fondazione Cariverona, della Regione Veneto, dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar e di quello di Malcesine, l’associazione acquistò la prima barca. «È Proteus 90, un 9 metri, con cui “Eos” porta al lago disabili ancora in fase di ospedalizzazione, ma anche ciechi e disabili del Don Calabria», spiega Cimetti ricordando che si salpa dal Circolo nautico di Brenzone, la base di Eos al porto di Castelletto, dove i soci hanno messo a disposizione altre barche.È in questa fase, talvolta molto dolorosa, che scatta però la magia e molti s’innamorano della barca vela, «uno sport meraviglioso che mette tutti seduti allo stesso livello», fa notare Murari Brà. Proprio notando questa passione, Pighi ha pensato di progettare una barca che permettesse ai «migliori», post ospedalieri, di uscire soli, impossessarsi dei vari ruoli, andare in mezzo al lago indipendenti, dopo la debita scuola. «Dopo due anni di attività in “Eos” come istruttore, sentivo la mancanza di una barca per portatori di handicap», rammenta Pighi. «Nel 2004, con l’amico Graziano Loncrini, iniziai a scolpire un blocco di polistirolo che divenne lo scafo centrale. Fu un lavoro lungo che ci portò al prototipo. Dopo la sponsorizzazione della Cariverona, si sono potuti costruire gli stampi per quest’imbarcazione ed ecco “Emozioni’ numero 1″». È un natante veloce , sicuro, divertente, non può rovesciarsi «ed è stata testato e apprezzato da tutti, oltre che da persone con problemi fisici», rileva.La Provincia vi ha contribuito con 2mila e 500 euro: «Due anni fa fui invitato al varo del prototipo», ricorda Martelletto. «Mi colpì la grande sfida di quest’associazione tanto vicina ai disabili e, con l’assessore Tezza, abbiamo voluto dare il nostro sostegno». E Tezza: «Questo numero 1 è davvero una barca “simbolo”», dice. «Potendo infatti essere condotta sia da persone disabili, sole o accompagnate, sia da normodotati non acuisce ma annulla le differenze».
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Presentato il nuovo scafo di «Eos», l’associazione con base a Castelletto presieduta da Michele Dusi