sabato, Aprile 20, 2024
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La Regione aiuta la prosecuzione del cantiere vicino al cimitero e l’amministrazione realizzerà i loculi sull’altro lato Finanziati gli scavi a Castelletto

La villa romana del V secolo d.C. verrà aperta ai turisti

Trentamila euro di contributi, oltre ad altri diecimila stanziati dall’amministrazione comunale, per il sito archeologico della villa romana scoperta alcuni mesi fa nel cimitero di Castelletto di Brenzone. Lo hanno annunciato l’assessore ai lavori pubblici Davide Benedetti, insieme al sindaco Giacomo Simonelli, a pochi giorni dal ricevimento in municipio della lettera ufficiale, inviata dai funzionari del settore archeologia della Regione Veneto, relativamente al contributo. Nell’ambito della «disciplina degli interventi regionali nel settore archeologico», la Giunta regionale ha determinato il piano di riparto e ha approvato graduatorie e programmi degli interventi per l’anno 2006. Dei 700mila euro di contributi da erogare a progetti di enti e istituzioni pubbliche, per il Comune di Brenzone ne sono in arrivo 30mila, destinati agli scavi archeologici ritrovati casualmente durante i lavori di ampliamento del cimitero di Castelletto. La scoperta aveva lasciato di stucco non solo gli amministratori comunali, ma pure i funzionari della Sovrintendenza ai beni archeologici del Veneto. La dottoressa Brunella Bruno, direttrice archeologica della sovrintendenza con competenza sul territorio veronese, si era così espressa dopo un sopralluogo al cimitero di Castelletto: «Si tratta di una villa verosimilmente di età romana, risalente almeno al quinto secolo dopo Cristo, anche se noi qui vediamo purtroppo solo la cosìddetta ultima fase della costruzione. I muri finora riportati alla luce sono straordinariamente conservati e i reperti sono certamente i più importanti ritrovati nell’area del lago di Garda veronese e nell’intero Veneto». La strabiliante scoperta aveva avuto due immediate conseguenze: l’addio, almeno per quel momento, alla costruzione dei cento loculi aggiuntivi necessari al cimitero, e l’immediato stanziamento, da parte della Regione, di 28mila euro, oltre ai 15mila erogati dal Comune alla fine dell’anno scorso per iniziare i lavori di scavo, recupero e protezione del sito archeologico. «Quello di oggi», ha confermato l’assessore Benedetti, con pari soddisfazione del primo cittadino, «è certamente un ottimo risultato, dato che la Regione, su 31 progetti finanziati per attività di scavo, ha inserito il nostro all’ottavo posto della graduatoria e ha concesso il massimo che aveva determinato di finanziare in questo bando». Ma non è tutto. Dal Comune di Brenzone infatti hanno confermato i lavori per l’ampliamento cimiteriale, ovviamente in maniera diversa da quelli inizialmente stabiliti, così da dare risposta alla esigenze della popolazione. «Pochi giorni fa», ha proseguito l’assessore, «il Consiglio ha ratificato una variazione di bilancio in cui è compreso anche l’ulteriore stanziamento di 10mila euro, oltre al contributo regionale, per dare copertura alle mura e ai resti archeologici che si trovano sul retro della chiesa di San Zen de l’Oselèt». E, proprio dai lavori di restauro al pavimento e attorno all’edificio di culto confinante proprio con il sito archeologico non è escluso possano arrivare ulteriori sorprese. «Lo scavo nelle immediate vicinanze delle mura esterne, visti i ritrovamenti, potrebbe svelare ulteriori pezzi della villa romana, finora ancora coperti, visto che alcuni lastroni di marmo usati per alcune parti della chiesa sono dello stesso tipo di quelli ritrovati nella antica abitazione». Il sindaco, Giacomo Simonelli, aveva già manifestato l’intenzione di sistemare e coprire il sito archeologico di Castelletto, in maniera da renderlo visitabile e valorizzarlo anche come attrattiva turistica. Il terremoto dell’ottobre 2004, che aveva avuto epicentro a Salò ma aveva fatto danni anche in territorio scaligero e alle chiese di San Giovanni, la parrocchiale di Brenzone, e di San Zen de l’Oselèt, al cimitero di Castelletto, paradossalmente ha portato un «regalo», che potrebbe raddoppiarsi a breve nel secondo comune dell’alto lago. Da un lato infatti ha consentito che venisse messo mano agli edifici di culto, grazie anche ai consistenti contributi regionali, e dall’altro potrebbe ora contribuire a svelare un’ulteriore parte del sito archeologico, che mai sarebbe venuto alla luce se non fosse stato per i lavori di ampliamento cimiteriale.

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