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Garda Solidale: «Ma qui stanno bene». Il governo di Minsk vieta i «viaggi della salute» per i piccoli di Chernobyl, da anni ospitati da famiglie del lago Bimbi bielorussi, stop ai soggiorni

L’accusa: «Da voi diventano consumisti».

Quello dell’estate scorsa potrebbe essere stato l’ultimo soggiorno sul lago per molti bambini della Bielorussia, che da nove anni sono ospitati sul Garda e in molti paesi della nostra provincia per disintossicarsi dalla contaminazione nucleare dell’impianto di Chernobyl. Le associazioni sono ovviamente preoccupate, non vogliono neppure immaginare che i piccoli bielorussi, che tanto hanno bisogno di aria e alimenti incontaminati anche se per brevi periodi, non debbano più assaporare una parentesi gioiosa e salutare. La notizia, per il momento, resta solo un annuncio, che giunge dalle autorità dell’ex repubblica dell’Urss, per la precisione dal suo massimo esponente: il presidente della Repubblica Aleksandr Lukashenko. In un intervento pubblico al Parlamento ha infatti dichiarato che «l’organizzazione dei viaggi all’estero dei bambini bisognosi di risanamento deve essere una prerogativa dello Stato: se ci vogliono dare una mano, che ci trasferiscano i mezzi e controllino qui come noi li utilizzeremo. Noi dobbiamo risanare le persone, i propri bambini dentro il Paese, per questo fine abbiamo sufficienti possibilità. E solo in casi estremi dobbiamo inviare i bambini al di fuori della Repubblica». Ma che c’è di sbagliato in questi soggiorni, che sicuramente giovano alla salute dei bambini? «Possibile non vediate – ha tuonato il presidente Lukashenko – con quale spirito tornino i bambini da quel posto: cosa ci dà un tale modo di vita? Da noi già esiste il problema del consumismo che ha sommerso tutta la gioventù e il Paese. E questi bambini tornano da quei posti consumisti al quadrato. Di tale educazione non ne abbiamo bisogno!». Inevitabile chiedere un commento a Fabio Perin, desenzanese, presidente di Garda Solidale, una delle prime e meglio organizzate associazioni italiane che prestano aiuti umanitari proprio alla Bielorussia, e che dal 1994 ospitano ogni anno migliaia di piccoli provenienti da Gomel e dai paesi vicini a Chernobyl. «Non possiamo dire un granché. Sono dichiarazioni che certamente ci hanno preoccupati, perché i bambini e le loro famiglie finora hanno ottenuto significativi miglioramenti della loro condizione di salute. Affronteremo presto questo problema, speriamo in una posizione meno rigida». Intanto, Garda Solidale, nella persona del suo presidente Perin, ha ricevuto nei giorni scorsi un importante e prestigioso riconoscimento. Su segnalazione delle nostre autorità, il Dipartimento degli Affari del presidente della Bielorussia, ha indicato Perin e Antonio Prisco, di Torino, (rispettivamente vicepresidente e presidente dell’associazione Planeta onlus), quali unici interlocutori per la ricostruzione della «nuova colonia minorile di risanamento» e per la pianificazione dei suoi servizi. Anzi, nella lettera firmata dal direttore di Planeta, Stankevic, i due responsabili italiani vengono invitati a raggiungere senza indugi la capitale Minsk per «la risoluzione urgente delle questioni». Garda Solidale, che ha sede in via Rambotti a Desenzano, opera dal 1996. Progressivamente è cresciuta fino a trasformarsi un una onlus, ad organizzarsi con un dinamico direttivo e con decine di collaboratori, alcuni dei quali presenti perfino in Bielorussia. Ogni anno, allestisce due o tre spedizioni di tir carichi di generi di prima necessità (dagli alimenti ai farmaci, dalle apparecchiature sanitarie agli utensili domestici) che vengono stoccati sul posto, sigillati fino al ritorno di uno staff che ne controlla personalmente l’integrità e la corretta distribuzione. Infine, accoglie migliaia di bambini bielorussi.

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