Ospitò anche un cantiere per lavorare i residuati bellici Semidistrutta da un’esplosione Brenzone. L’isola del Trimelone per la sua collocazione strategica a poco più di 300 metri dalla riva di Assenza, è sempre risultata d’interesse militare. Rifugio della popolazione della zona al tempo delle invasioni barbariche, fu munita di un castello fortezza poi fatto abbattere dal Barbarossa alla vigilia della battaglia di Legnano del 1176. Nel 1912 l’isola fu trasformata in avamposto bellico, dato che all’altezza di Navene correva il confine con l’impero austroungarico. A partire dal 1909 e fino allo scoppio della prima guerra mondiale un distaccamento militare prese possesso dell’isola, armata di due potenti cannoni. All’isola attraccavano le torpediniere, in quanto si trovavano fuori dalla gittata dei cannoni austriaci dislocati al forte Brione di Riva. Nel 1930 il roccioso isolotto divenne cantiere per la lavorazione dei residuati bellici della grande guerra. Il 5 ottobre del 1954, verso le 23, un terrificante boato mise a soqquadro l’area. Lo scoppio, seguito da un incendio durato tre giorni, causò la distruzione di più di metà della parte nord dell’isola: non vi furono morti né feriti. Un incidente mortale avvenne il 24 febbraio del 1955. Mentre era intento a scaricare un proiettile, Benedetto Brighenti saltò in aria assieme a una cassetta di esplosivo dentro la quale era finita la capsula incendiaria al fulmicotone. Con decreto dell’1 giugno del 1960 lo Stato trasferì la proprietà dell’isola di Trimelone al comune di Brenzone. Il costo dell’operazione sostenuto dall’amministrazione, retta dal professore Ennio Sartori, fu di 800mila lire. L’isola venne alienata dallo Stato a precise condizioni: trasformarla a verde e conservarla per il pubblico godimento. A tutt’oggi, per la mancata bonifica, è ancora in attesa di una sistemazione ad utilizzo pubblico.
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La storia.