sabato, Aprile 27, 2024
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La regolazione resterebbe ad un ente sciolto per legge

Mincio, timori per la gestione

L’allarme siccità rende ancora più importante la corretta gestione delle acque. Per questo l’ufficio territoriale della Regione ha convocato per questa mattina attorno ad un tavolo tutti gli enti che si occupano del patrimonio idrico, dalla Provincia, ai Consorzi di bonifica al magistrato del Po ed al Prefetto. La preoccupazione nasce anche dal timore che, nel vuoto di competenze creato dalla nuova legislazione, Mantova rimanga esclusa dalla gestione del Mincio che invece resterebbe salda nelle mani del magistrato alle Acque, ente sciolto dalla legge Bassanini.La prova sarebbe una bozza di convenzione nella quale il Magistrato stesso suggerisce alla Regione avvalersi delle proprie funzioni in attesa che si definisca il quadro legislativo. Il Magistrato alle acque (a Mantova il reponsabile è Gaetano Quarta), lo ricordiamo, è una figura del tutto particolare che ha competenza sul Mincio e che, pur operando in Lombardia, dipende da Venezia. Questo per un residuo storico derivante dalla presenza austriaca nel ‘700 (il Lombardo-Veneto). La sua opera consiste, sostanzialmente, nel regolare i livelli del lago di Garda e dell’emissario Mincio manovrando le barriere della diga di Salionze. Una situazione da tempo criticata perché, in sostanza, un ruolo chiave per il territorio mantovano viene gestito da un ente comandato da Venezia. Ora il passaggio di competenza fra questa vecchia autorità idraulica e le Regioni sta avvenendo con scarso coinvolgimento degli altri enti interessati alla gestione acque. «Noi non vogliamo fare polemica fra le istituzioni» precisa però il dirigente regionale della sede di Mantova Sauro Coffani. «Vogliamo invece fare il punto per non trovarci spiazzati di fronte alla probabile emergenza idrica della prossima estate. E’ essenziale raccogliere il parere degli utilizzatori, ma anche capire chi gestirà la risorsa acqua in un momento di delicato passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni». Non solo. Proprio nel passaggio di competenze verso la Regione, la sede territoriale di Mantova sta compiendo un certosino lavoro per mettere ordine nelle concessioni d’uso delle acque. Un’opera non più rinviabile, visto che si tratta, per la maggior parte, di atti rilasciati agli inizi degli anni ’50 e non più aggiornati.

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