mercoledì, Settembre 18, 2024
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Provincia chiamata in causa mentre continua ad allargarsi il fronte del no, ma il presidente attende i documenti ufficiali

Mosele sul caso Affi-Pai:«Solo parole, e i piani?»

Prima il progetto. Tracciati, opere, cifre. «Solo allora avrà senso esprimere una posizione», scandisce Elio Mosele, presidente della Provincia. Di Affi-Pai si parla «tanto, forse troppo». «Ma l’ente sovracomunale può intervenire solo di fronte a dati definiti, che i tecnici possano vagliare, sotto il profilo funzionale e ambientale. In assenza di ciò non è utile né serio lanciarsi in prese di posizione». Ma sui Palazzi scaligeri fioccano richieste di discesa in campo. L’ultima da parte di Sergio Ruzzenente e Vincenzo D’Arienzo: «Si chieda subito a Venezia di fermare l’iter del progetto, ci si dica contrari all’inserimento della superstrada nel prossimo piano d’area del Garda e alla possibilità portare l’Affi-Pai nella Legge obiettivo». Manovra, quest’ultima, che sposterebbe la partita in sede ministeriale, tarpando ogni «chance» di contrasto locale.L’alternativa alla nuova superstrada («A pagamento, come ormai tutto potrebbe diventare nel comprensorio del lago», rimarca D’Arienzo), è legata, secondo gli esponenti del Pd, alla riqualificazione dei collegamenti tra le arterie regionali già esistenti e alla soluzione dei nodi viari di Sega di Cavaion e Albarè di Costermano. «C’è invece, a fronte della levata di scudi delle comunità e amministrazioni locali, un silenzio assordante da parte della Provincia, l’ente che dovrebbe per primo farsene carico», accusa Sergio Ruzzenente.Di fatto, la trincea del «no» si estende ormai lungo tutto il fronte politico. «Ci sono responsabilità precise da parte del centodestra», è la frecciata degli esponenti del Pd. «Al momento della votazione della famigerata delibera a Venezia, si registravano consensi che ora non ci sono più. Ben vengano i cambiamenti di opinione…».Resta sul tavolo la richiesta alla presidenza della Provincia di «non inserire la Affi-Pai nel piano di coordinamento territoriale» e di convocare «un’urgentissima conferenza dei servizi permanente in cui individuare, in accordo con i Comuni e i cittadini, le soluzioni alternative e di impegno nei confronti dei vari livelli istituzionali». D’Arienzo e Ruzzenente insistono anche per un Consiglio straordinario «in uno dei Comuni gardesani interessati». Faccia a faccia, insomma, tra amministrazioni e comunità locali.Elio Mosele, di fronte al fuoco di fila («So che, in qualità di consigliere, sarò chiamato a esprimermi sulle mozioni che saranno presentate») non si scompone: «L’istituzione sovracomunale deve valutare i dati oggettivi: e quando questi saranno chiari così si farà». Nel frattempo i sindaci si schierano, pressoché compatti, con il movimento «anti Affi-Pai». «Li ascolterò, è evidente, perché così dev’essere, loro sono la voce del territorio», promette il presidente della Provincia, «ma prima tutti dobbiamo sapere di cosa si stia parlando. Da un lato non capisco i no preconcetti, i comitati che nascono ogniqualvolta si proponga un’opera pubblica. Dall’altro, ho ben chiara la necessità di valutare l’impatto che questa potrebbe avere sulle comunità, sul territorio. Ma, ripeto, con i progetti in mano e un quadro da sottoporre ai tecnici e alla valutazione di impatto ambientale».Su un punto i contestatori della nuova superstrada a pagamento ed Elio Mosele sembrano vicini. I primi contestano lo sviluppo «quantitativo» del comprensorio gardesano, in stile Riviera romagnola, che il nuovo nastro d’asfalto porterebbe con sé. Il presidente esplicita il medesimo dubbio: «Basta costruzioni sul lago, stop ad altre attrazioni di traffico: si rischia di vedere implodere l’intero sistema, di arrivare oltre a quello che, già oggi, è per me, il livello di saturazione. Il turismo è una ricchezza ma, a questo punto, serve puntare sulla qualità». Tantopiù che, confessa a malincuore, «ora come ora la Regione ci appare lontana, troppo, dal territorio». Sulla Affi-Pai, dunque, «niente parole in libertà» finché non si «discuterà sui documenti».D’Arienzo pungola: «La Provincia scenda in campo, dimostri di esistere e di contare». A giorni i progetti sulla Affi-Pai saranno meno oscuri. Il presidente Elio Mosele attende le carte, comitati e partiti si muovono. Venezia procede, in silenzio.

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