giovedì, Ottobre 10, 2024
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La guerra dell’acqua. Domani a Verona l’insediamento degli 11 responsabili. Avrà diritto all’ultima parola sulla gestione della diga di Salionze

Nasce la commissione di esperti per regolare i livelli del Garda

La guerra per la gestione dei livelli dell’acqua del lago potrebbe finalmente concludersi. Dopo l’atto istitutivo di fine gennaio, s’insedia infatti domani mattina a Verona, alle 11 nella sala dei Palazzi Scaligeri sede della Provincia, la Commissione per la regolazione dei livelli del lago di Garda, coordinata dall’Autorità di bacino del fiume Po. La Commissione sarà costituita da 11 componenti: un rappresentante del ministero dei Lavori pubblici, uno dell’Autorità di bacino del fiume Adige, uno della Regione Lombardia e uno per il Veneto, uno per la Provincia Autonoma di Trento e per ciascuna della altre province interessate: Verona, Brescia e Mantova. Faranno parte del gruppo di lavoro, inoltre, anche un membro in rappresentanza dei comuni rivieraschi veronesi e un rappresentante di quelli lombardi, persone scelte direttamente dall’Associazione nazionale comuni italiani. Per la Riviera degli Olivi l’Anci ha delegato il compito al senatore della Lega Nord e vicesindaco di Peschiera Umberto Chincarini. Gli 11 incaricati dagli enti istituzionalmente interessati al Garda avranno il compito di mettere ordine nel complesso sistema di competenze che sovrintende il più grande lago d’Italia. In particolare, il nodo da risolvere riguarda la gestione della diga di Salionze, d’importanza strategica per l’intero bacino benacense. Le sorti del Garda sono infatti interconnesse con quelle dell’Adige e del Po, nonché con quelle dei tre laghi di Mantova e dell’idrovia Fissero Tartaro. A nord, inoltre, il Benàco riceve acqua dal Sarca e da ben 11 impianti idroelettrici collegati con questo immissario. Lo scolmatore Mori-Torbole permette invece in caso di necessità di scaricare l’Adige nel Garda. Ebbene, il governo di tutto il sistema collegato al Garda dipende da cinque organismi: il magistrato alle acque di Venezia, il magistrato alle acque per il Po, le province autonome di Trento e Bolzano e il consorzio per il Mincio. Può inoltre intervenire in maniera autonoma anche l’Enel. Ovvio che in questo sovrapporsi di competenze lo sbarramento di Salionze assuma un compito prioritario e imprescindibile per i livelli del Benàco, per l’utilizzo delle acque del Mincio a scopo irriguo e industriale, e per la difesa dalle piene del Mincio. La Commissione dovrà esaminare il metodo di gestione del lago di Garda che attualmente viene applicato, con particolare riferimento alle ripercussioni di tali regole sui livelli del lago, sulla qualità delle acque e sulla proliferazione di macrofite. Attenzione andrà rivolta anche all’utilizzo delle risorse idriche da parte delle popolazioni di valle, alla regolazione delle piene dell’immissario fiume Sarca, alla sicurezza idraulica della città di Mantova, alle ripercussioni sul regime idrologico del fiume Po e alle interconnessioni in caso di piena con i bacini del fiume Adige e del Fissero Tartaro.

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