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Desenzano: il consigliere leghista Rino Polloni ha presentato una interrogazione al sindaco

«Non immettete nel lago le acque del fiume Adige»

C’è chi, davanti alla grave siccità, sta dibattendo sulla necessità di far affluire più acqua possibile alle campagne mantovane e al resto della pianura attorno al bacino del Garda. Altri, invece, che, pur non nascondendo la preoccupazione per i livelli del lago, denunciano un maggior pericolo per la salute del grande bacino se, per caso, vi dovesse affluire l’acqua del fiume Adige attraverso la galleria Mori-Torbole. Acqua che, molti esperti ambientalisti (ma c’è chi, invece, dice il contrario) e istituzioni, ritengono «dannosa per l’ecosistema del Garda a causa della sua temperatura più fredda e delle sostanze inquinanti che generalmente contiene», dato che scorre nell’area industriale di Rovereto. Una minaccia, dunque, che sarebbe «peggiore del male». A parlarne è il capogruppo leghista di Desenzano, Rino Polloni, che ha inoltrato un’interrogazione urgente al sindaco Pienazza perché ne parli nel prossimo Consiglio comunale, con l’impegno che la stessa aula possa poi esprimere una mozione da inviare agli enti competenti. «Una malaugurata ipotesi» la definisce Polloni, perché «l’acqua che verrebbe immessa nel lago, oltre che più fredda, è certamente inquinata da scorie e residui chimici pesanti; inoltre la sua stessa temperatura comporterebbe scompensi termici e minerebbe il delicato microclima gardesano». In effetti, se queste ipotesi, di cui si parla da decenni, dovessero risultare vere, all’abbassamento dei livelli (che sta provocando già danni all’ittiofauna perché molti canneti sono prosciugati), si aggiungerebbe lo sconvolgimento dell’ecosistema: nebbie in inverno, danni ancora al patrimonio ittico, abbassamento del clima. Dunque, la proposta in sintesi è questa: sì all’aiuto all’agricoltura, ma a patto che non si scelga l’immissione dell’acqua dell’Adige. Che poi è la posizione assunta dalla Comunità del Garda. Lo scorso anno la galleria di Mori venne aperta poche ore per evitare che la piena superasse gli argini e inondasse i comuni. Lì c’erano di mezzo vite umane e nessuno obiettò. Stavolta, però, in soccorso delle campagne ci sono i bacini idroelettrici. E allora tutti d’accordo nella difesa del delicato ecosistema del Garda, che se non altro fornisce acqua per il consumo potabile attraverso impianti di depurazione.

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