Il cantiere non è ancora stato aperto, ma il progetto di «Boat Rent» per la realizzazione di una nuova darsena sul lungolago di Moniga incontra il primo stop del Tribunale amministrativo regionale di Brescia. I giudici del Tar di via Malta hanno respinto il ricorso della società alla quale era stata annullata la concessione demaniale da parte della Sopraintendenza nel febbraio scorso. A parere dell’Ente, deputato al controllo della regolarità delle procedure con le quali viene concessa l’autorizzazione paesaggistica, il nuovo porticciolo non soddisferebbe alcune esigenze relative all’impatto ambientale delle escavazioni necessarie sul fondale del lago. «La pretesa conformazione non rocciosa non trova riscontro nelle fotografie prodotte – specifica l’ordinanza del Tribunale amministrativo regionale – dato rilevante poichè uno scavo malaccorto in profondità può determinare un’erosione o un anomalo ampliamento della riva». Nonostante l’esito teorico del contenzioso, l’avvocato Alessandro Asaro, rappresentante della società ricorrente, si dichiara soddisfatto. «Con questo provvedimento il Tar non ha bocciato l’intero progetto – osserva Asaro – ma ha solo accolto alcuni rilievi espressi dalla Sopraintendenza, in merito appunto alla distanza battimetrica della darsena, lo spazio cioè tra il manufatto e l’inizio della riva. Sarebbe sufficiente modificare leggermente il progetto e l’ostacolo è subito scavalcato». Il legale, però, dovrà decidere nei prossimi giorni se ricorrere in appello al Consiglio di Stato o riformulare, nei dettagli contestati, le planimetrie del porticciolo. In altre parole le censure del Tar non riguarderebbero tutte le tavole presentate, quindi non investirebbero la costruzione della darsena nel suo insieme, ma solo i particolari sottolineati dall’ordinanza del Tribunale amministrativo. Una volta risolte tali questioni giuridiche, accanto al vecchio porto del Comune lacustre potrebbe sorgere un nuovo porto, strutturato su un passeggiata accessibile al pubblico che «riqualifica» parte della costa fino al ricovero dei natanti, ove si svolgerebbe l’attività di noleggio gestita dalla ricorrente. Pierpaolo Bonetti legale rappresenatante di «Boat Rent» è un po’ sorpreso dell’esito, visto che con suoi tecnici ha curato ogni dettaglio per riqualificare l’area, avuta in concessione dal Comune per i prossimi venticinque anni. «Abbiamo voluto rispettare la specificità dell’ambiente – spiega Bonetti – curando persino la qualità delle essenze arboree da collocare nella zona verde, eliminando il cemento in favore di pietra e scogli, materiali più costosi ma esteticamente più belli». Il progetto del nuovo porticciolo con tanto di passeggiata e riempimento della vecchia insenatura, dove adesso l’acqua ristagna creando notevole degrado, investe una zona vincolata da un decreto del 1976. Il provvedimento emesso per tutelare «la composizione morfologica del territorio caratterizzato dall’alternanza di ricchi uliveti e dalle lente ondulazioni che scendono dalle colline moreniche ad anfiteatro verso le sponde del lago» specifica anche l’oggetto di tale salvaguardia. «Il pregio di tale paesaggio – recita la legge – è costituito da panorami godibili da sponda a sponda».Questo è il contenuto preciso del vincolo che a parere del legale rappresentante della società ricorrente è pienamente rispettato dall’accortezza delle soluzioni adottate. Osservazione non smentita dal Tar, che insiste però, in accoglimento di uno dei rilievi della Soprintendenza, sulla necessità di ulteriori studi tecnici sui fondali. Nel caso di eventuali cedimenti a causa delle escavazioni ne risentirebbe proprio il paesaggio soprastante. Il legale della società ribadisce che in questo caso il «Tar ha interpretato il vincolo tenendo in cosiderazione il terrreno sotto la superfcie del lago », motivo per il quale adesso si tratta di verificare i tempi di un eventale ricorso in appello o la parziale rettifica del progetto.
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Il Tribunale amministrativo regionale invita i progettisti a valutare anche il terreno sottostante. Il Tar dà ragione alla Soprintendenza: quello scavo va verificato