«La porta è aperta, ma l’ufficio è vuoto. La scuola è vuota. Manca la nostra preside, Carolina Almici. Tante volte siamo passati davanti a quella porta, e tante volte ci ha chiamato per sapere, per chiedere del lavoro o semplicemente per avere qualche informazione su di noi e sulla nostra famiglia. Quanti problemi le abbiamo presentato, quante difficoltà abbiamo condiviso alla ricerca di una parola giusta, equilibrata. Chi non la ricorderà, quasi risentendola mentalmente, l’espressione: “Mah, professore…”? Univa sensibilità, modi a tratti sbrigativi, bruschi, generosità e tanta attenzione per gli alunni, le famiglie, i colleghi, il personale di assistenza, tecnico e amministrativo. Nessuno poteva sentirsi dimenticato, nel suo “Battisti”. Talvolta l’abbiamo ascoltata frettolosamente, senza capire appieno le sue parole, senza comprendere bene l’argomentare. Però la tenacia, la consapevolezza dell’importanza dell’educazione e la lungimiranza hanno avuto la meglio contro certe nostre pigrizie. Ci stupivamo delle continue innovazioni che proponeva: i fatti le hanno dato ampiamente ragione. Ventidue anni di dirigenza, di guida del più antico istituto di Salò e della riviera gardesana, che lei ha saputo portare all’attenzione di superiori e amministratori, infondendo orgoglio e spirito di appartenenza. Nelle conversazioni più informali, sentivamo non già la preside, il superiore, ma la persona affabile che raccontava dei suoi affetti più cari, dei genitori (li citava spesso con serenità, ma anche con una punta di malinconia), di Maria, l’amata figlia, e di Evaristo, che l’ha seguita credendo nell’intenso lavoro scolastico. Non di rado scendeva qualche lacrima, subito controllata. Persona educata in altri tempi, non poteva lasciare troppo spazio elle emozioni. Per gli allievi aveva un debole. Era una cara zia che li ascoltava, ascoltava le loro insicurezze, le loro richieste, asciugava qualche lacrima di rabbia scesa dopo un diverbio, un malinteso. Solo un mese fa era in istituto a fare gli scrutini, fino a tarda ora per consigliare, suggerire, sistemare: tutto doveva essere in ordine per chi l’avrebbe sostituita. Qualcosa la stava lacerando. Ma soffriva in silenzio, non voleva commiserazione o facile pietà. Solo di rado il bisogno di comunicare il suo dolore si faceva talmente forte da lasciarsi sfuggire qualche dubbio sul futuro. Se n’è andata in silenzio, a 67 anni, in punta di piedi, zitta zitta, chiusa nella sua immane tragedia. Ha lottato, non poteva arrendersi così facilmente. Non sarebbe stato da lei. Ma il tempo della vita correva, correva. Il 1 settembre sarebbe andata in pensione, e avrebbe iniziato il riposo ampiamente guadagnato dopo avere profuso energie senza risparmiarsi in nulla. Ci manca la sua presenza. Ma i suoi insegnamenti, la sua umanità ci accompagneranno lungo il nostro cammino di educatori. Le siamo riconoscenti per quanto ci ha donato generosamente. E domani la memoria di ciascuno ricorderà il volto e le parole di un passato vissuto vicino a lei. Signora preside, grazie. Grazie di cuore». Piercarlo Belotti (professore all’Istituto tecnico Battisti di Salò, ex sindaco di Gardone Riviera)
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