domenica, Aprile 28, 2024
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C’è chi la Mille Miglia la fa per passione, chi per vincere. Tra questi, non c’è dubbio, Giuliano Galliani, bolognese, che a ragione può essere appellato lo specialista della Freccia Rossa

Personaggi e curiosità in corsa con la Mille Miglia

C’è chi la Mille Miglia la fa per passione, chi per vincere. Tra questi, non c’è dubbio, Giuliano Galliani, bolognese, che a ragione può essere appellato lo specialista della Freccia Rossa, avendo vinto cinque volte, ultima delle quali lo scorso anno al volante di una Ferrari, fatto inconsueto, come insolito era il non essere in gara con la moglie, Lucia Galliani. Nell’atmosfera surriscaldata di Piazza Vittoria (dal punto di vista climatico, ma anche l’entusiasmo era alle stelle), quasi tutti i concorrenti hanno detto di voler affrontare la Mille Miglia con piglio turistico, con il desiderio di vedere l’Italia con un mezzo diverso da qualli usiali e sulle strade di una volta. Canè no: il pilota bolognese verifica in mattinata per poi andare a provare l’auto. «La Bmw 328 MM del ’37 che porteremo in gara è un’auto potente, ma irregolare nell’erogazione della potenza a causa dei tre carburatori che sovrintendono ai sei cilindri. Un’auto particolare, da mettere a punto bene. Prima della partenza andremo in collina, verso la Franciacorta, a provare i passaggi cronometrati. È questo il problema maggiore di questa Mille Miglia, unito a quello della lunghezza della gara». Una prova che ai concorrenti stranieri piace perchè fa scoprire angoli particolari dell’Italia… «Anche a noi italiani regala tante emozioni…» Tornando alla gara: più importante la vettura o il pilota? «L’auto non deve tradire, e questa Bmw in particolare è molto affidabile. Però essendo una prova di regolarità la prestazione del binomio pilota-navigatore è basilare». Lucia Galliani, lì vicino, annuisce: «Ne abbiamo corse tante, e vinte, di Mille Miglia, ma è sempre una grande emozione essere in gara. Tra l’altro abbiamo vinto sempre negli anni pari, quindi questo…». Anche Paola Perego, conduttrice di «Forum», in gara con una Bmw 327 cabrio del ’38 a fianco dell’ex pilota di Formula 1 Massimo Natili (che alla Mille Miglia è sempre accompagnato da donne affascinanti: Dalida Di Lazzaro, Simona Ventura, Gabriella Carlucci, Anna Falchi e Lorenza Mario, nelle ultime edizioni), corre per vincere. «Ci mancherebbe – dice sfoderando un sorriso che appare ancor più radioso di quanto non sembri sul piccolo schermo – con tutta la fatica che faremo in gara, almeno proviamo a vincere. Poi, potremmo anche non riuscirci (e sarà facile, visto quanti specialisti sono in gara), però ci proveremo. Il vero problema sarà la fatica, anche perchè mi hanno detto che dormiremo davvero poco». La Mille Miglia come passerella? «Non è il mio caso – risponde – non mi interessa. Sono qui per correre ed arrivare sabato sera a Brescia nella miglior posizione possibile. Confidando, ovviamente, nelle doti di pilota di Natili». Inappuntabile, come sempre, Giacomo Bontempi, presidente dell’Aci Brescia. «Ma non è la tenuta da gara», dice sorridendo, «Anche perchè non è proprio quella ideale per correre su una barchetta come è la Renault 750 sport del ’54 che avremo in mano Panizza ed io». Ogni anno il rito della punzonatura è uguale, cambiano le emozioni? «È una lunga emozione che prende il via qualche tempo prima della gara, quando si prova per la prima volta l’auto da portare in gara. E poi ogni anno c’è l’emozione di rivedere amici lontani con i quali condividi la stessa passione, e quella di attraversare l’Italia con queste vetture delle quali sanno tutto non solo gli anziani ma anche i ragazzini. Basta aggirarsi nei dintorni di Piazza Vittoria per capire come anche i più giovani scrutano con occhio clinico le vetture. Mi sembra di tornare bambino, quando anch’io assistevo da fuori al rito delle verifiche e mi sembrava un sogno vedere da vicino, e qualche volta toccare, queste grandi auto». Passa la contessa Maggi, immancabile sia in Piazza Vittoria sia a fianco degli organizzatori della Mille Miglia, anche per onorare la memoria del conte Aymo che della Freccia Rossa fu uno dei quattro fiondatori. Ed immancabile anche la presenza di due big dello spettacolo come Renato Pozzetto e Fabio Testi, i quali (soprattutto il secondo) hanno calaminato le attenzioni del pubblico femminile. «Cosa mi porta alla Mille Miglia? La passione per i motori – dice l’attore veronese – dalle barche agli aerei fino alle auto. Una passione da bambino, certo, ma mi piace coltivare il bambino che c’è in me». In gara per… «Non per vincere, certamente, perchè non so usare i cronometri e perchè altrimenti non ci si può divertire. Corro per il pubblico; la nostra vuol essere una zingarata per l’Italia, ed anche per questo saremo in gara con una Jaguar scoperta. Sperando di non fare la fine dell’anno scorso, quando la nostra gara finì a Lonato…» Mentre Fabio Testi si ferma volentieri a firmare autografi, Renato Pozzetto (che sarà in gara con il campione di motonautica Renato Della Valle) si aggira in piazza tra le vetture e le scruta con sguardo molto attento, da vero intenditore. «Quante auto affascinanti – è il suo primo commento – e questa piazza è sempre molto bella per una manifestazione unica. Non una gara, almeno per noi, perchè ci sono tanti specialisti del cronometro molto più bravi. Ci accontentiamo di tornare sabato sera con la nostra auto, già quello è un successo». E sarebbe un successo anche per il professor Fausto Manara. «Porto in gara l’auto più piccola in assoluto, una Bizzarini 500 coupè del 1952 con il motore della Topolino che ha fatto più volte la Mille Miglia ed è davvero affidabile. Però arrivare a Brescia non è mai facile, soprattutto con queste auto piccole». Una piacevole consuetudine, la Mille Miglia? «Un’esperienza irrinunciabile, e sarebbe frustrante non farla, non passare nei piccoli paesi della nostra Italia, soprattutto a Pienza, città che adoro». Per vedere l’Italia da un altro punto di vista, ecco per la seconda volta in Italia anche la Talbot Av 105S, che mister Ruston ha portato dagli Emirati Arabi Uniti. Dove, scopriamo, questo mostro a 6 cilindri da 3000 cc (verde, ma non green english per volere della … moglie del progettista) è la sola vettura d’epoca esistente. E, spesso, circolante, a dispetto della sabbia del deserto. C’è chi la Mille Miglia la fa per passione, chi per vincere. Ma c’è anche chi la fa per dimenticare recenti amarezze. Adrian Newey, pilota della Ss Jaguar 100 del 1938 (numero 111), è infatti il direttore tecnico della McLaren-Mercedes di Mika Hakkinen. Che differenza passa tra queste auto e quella del campione del Mondo di Formula 1? «Nessuna, ma lasciamo perdere la Formula 1, sono qui per rilassarmi. Sorry». Francesco Doria

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