Ventotto telecamere per vegliare sulla sicurezza dei gardesani e dei turisti. È stato presentato in municipio il progetto Garda sicura, incentrato su un sistema di videosorveglianza del centro storico. «Il nostro territorio, pur di estensione abbastanza ridotta», spiega il sindaco Davide Bendinelli, «ha una forte economia turistica, che nei mesi estivi genera un aumento esponenziale della popolazione, cui dobbiamo ovviamente garantire la massima sicurezza. Il comando di polizia locale, tuttavia, ha un organico commisurato alla popolazione residente annualmente. D’estate lo possiamo rafforzare solo di alcune unità. Appariva dunque necessario utilizzare anche la tecnologia per raggiungere l’obiettivo di un controllo capillare. L’utilizzo delle telecamere è un servizio di prevenzione della microcriminalità, che permette di indirizzare al meglio gli interventi del personale di polizia». L’opportunità di dotarsi di una rete di telecamere installate nei punti strategici del paese è venuta da una legge regionale del maggio del 2002 dedicata alla «promozione della legalità e della sicurezza». Prevedeva significativi contributi su progetti finalizzati a migliorare i controlli. «Il Comune di Garda, primo nella provincia di Verona», dice Bendinelli, «ha proposto alla Regione nell’ottobre del 2003 la realizzazione di un sistema di videosorveglianza sul territorio, del costo complessivo di centomila euro. Abbiamo ottenuto un finanziamento regionale pari al 70 per cento della spesa». Il progetto è nato proprio a Garda, al comando dei vigili: lo ha coordinato l’agente Roberto Mazzucchi. Prevede l’utilizzo di 28 telecamere sparse nel paese, nei pressi di quelle che vengono definite zone sensibili: scuole, banche, parchi, strade. «Le immagini rilevate», si legge nella relazione tecnica scritta da Mazzucchi, «verranno registrate in modo continuo su unità di videoregistrazione digitale periferiche, che a loro volta potranno essere messe in collegamento con la centrale operativa ubicata nella sede municipale per visualizzare dal vivo qualsiasi evento dovesse verificarsi sul territorio». «È stata inoltre prevista una stazione di controllo remota», prosegue la relazione, «presso la stazione dei carabinieri di Bardolino (competente per territorio) al fine di raggiungere la massima sinergia tra le varie forze di polizia». Come sempre quando si installano telecamere c’è un problema di riservatezza: la privacy è un diritto. Per questo il software utilizzato prevede il mascheramento di una o più aree dell’immagine video registrata. Per esempio, sulle registrazioni saranno mascherate le finestre delle abitazioni. Insomma: nessuno potrà controllare la vita privata dei gardesani che vivono nelle zone soggette a controllo televisivo. In più, le immagini sono elaborate con delle opportune tecniche criptografiche, per proteggerle da eventuali accessi non autorizzati: se il disco fisso del computer che le memorizza venisse sottratto, tutta la registrazione risulterebbe inutilizzabile. Restano da elencare i punti posti sotto sorveglianza. Eccoli: il municipio, il palazzo dei congressi e il parco che gli sta davanti, piazza Catullo e il porto vecchio, il teatro arena all’aperto, le scuole elementari, le medie e le materne, il parco di via Galilei e via Galvani, l’ufficio postale, il parcheggio di via Leopardi, l’ingresso sud verso Bardolino sulla strada Gardesana, la stazione degli autobus, il parcheggio di piazzale Caboto, la rotatoria vicino all’ex asilo e quella che dà su via Colombo, piazzale Roma e la chiesa parrocchiale, l’ingresso nord verso Torri del Benaco, viale San Carlo, le due banche che danno su corso Italia, i giardinetti pubblici sul lungolago nord.
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Il progetto costa centomila euro, è finanziato dalla Regione e punta a migliorare la sicurezza durante i mesi estivi. Verranno collocate in 28 punti del paese con rigide regole salva privacy