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Ottanta chilometri da Gardone Riviera a Sirmione, tre marchi doc cantine, ristoranti e alberghi: è la scommessa del terzo millennio

Presentata la strada enogastronomica del Benaco

E’ forse il più significativo progetto di promozione turistica lanciato negli ultimi anni sul lago di Garda: una proposta che andrà a regime solo fra un anno, ma che fin d’ora promette di collocare finalmente anche la sponda bresciana del lago nei redditizi paradisi dell’enoturismo, riqualificandone e riposizionandone l’immagine sul mercato turistico. Il riferimento è alla «Strada dei Vini Bresciani del Garda», 80 chilometri di itinerario circolare tra Gardone e Sirmione, a coprire i territori delle tre doc benacensi (Garda Classico, Lugana e San Martino della Battaglia): un progetto ambizioso, che si inserisce nel solco di una realtà ormai consolidata non solo Italia, dove sono note le strade del vino toscane e umbre, ma anche a livello europeo. Lanciata per la prima volta ieri con una conferenza stampa al Palazzo del Turismo di Desenzano, già finanziata da un contributo della Regione, la Strada è un progetto in cantiere ormai da qualche mese: risalgono infatti alla scorsa primavera i primi incontri sfociati, due settimane fa, nella costituzione di un’associazione no profit con regolare consiglio di amministrazione. Il sodalizio, che comprende una ventina tra i principali produttori vinicoli della zona e che è presieduto da Andrea Guetta, si occuperà di gestire la prima fase del progetto, che consisterà essenzialmente in una capillare azione di promozione sul territorio nei confronti dei possibili futuri soci, che non sono solo cantine, ristoranti o strutture turistiche, ma anche enti locali, istituzioni, comuni, imprenditoria privata. L’obiettivo? Raccogliere entro settembre un centinaio di nuovi soci, eleggere un nuovo consiglio di amministrazione e preparare l’operazione di lancio del nuovo prodotto turistico sui raffinati mercati dell’enoturismo. «Mercati che – ha spiegato ieri Luigi Franchi, coordinatore tecnico del progetto – stanno attraversando al momento attuale la loro fase di massima espansione. Basti pensare che solo fino a quattro anni fa quasi nessuno proponeneva pacchetti turistici calibrati su questo tipo di offerta: oggi solo in Italia se ne contano più di 400, diretti soprattutto a un’utenza medio-alta, straniera, con l’area del marco, già strategica per il Garda, a trainare il settore. E non parliamo certo di pacchetti mordi e fuggi: questi prodotti prevedono sempre almeno un pernottamento. Insomma, sono quelli che a lungo andare rafforzano l’economia». Nella sostanza la Strada del Vino gardesana (terzo progetto bresciano dopo le strade di Fanciacorta e dei Colli dei Longobardi) sarà un circuito che comprenderà cantine, ristoranti, alberghi, aziende produttrici di prodotti tipici (formaggi, salumi, olio d’oliva), istituzioni culturali (si parla del Vittoriale come della Fondazione Ugo da Como di Lonato): tanti soggetti legati da un unico comune denominatore, il vino, da un marchio (presentato ieri), e da un disciplinare che obbligherà le aziende a una serie di standard minimi di qualità e ospitalità. Il tutto a beneficio di un turista emergente che, oltre a sole e lago, cerca anche cultura, ambiente e produzioni del territorio. Con il vino in testa. «Sappiamo bene che questa proposta si inserisce in un contesto già molto potente dal punto di vista turistico – ha detto Andrea Guetta -. Ma siamo anche convinti del fatto che entro qualche anno l’enoturismo potrà diventare un settore trainante anche per noi». Ci credono i produttori, ma anche i ristoratori e gli albergatori, rappresentati ieri rispettivamente dal presidente dell’Arthob Beppe Dattoli e da Vittorio Cerini, vicepresidente del consorzio albergatori di Desenzano. «E’ un’iniziativa che rappresenta il futuro del Garda – hanno detto – e che ha come presupposto anche quello non trascurabile della difesa di un ambiente sempre più minacciato».

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