giovedì, Aprile 25, 2024
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«Molta gente in paese vuole che il nostro gruppo continui ad amministrare». Circondato da numerosi sostenitori, Gianfranco Comincioli ha annunciato il ritiro delle sue dimissioni presentate prima di Natale

Puegnago, il sindaco fa dietrofront

Contrordine a Puegnago: Gianfranco Comincioli ci ripensa, torna sui suoi passi e ritira le dimissioni da sindaco presentate il 22 dicembre. L’annuncio è arrivato ieri a mezzogiorno, nella sala consiliare del Municipio gremita di cittadini schierati dalla parte del sindaco. «Ho deciso di rimettermi al servizio della comunità dopo aver constatato, da semplice cittadino, quanti siano i puegnaghesi che ancora credono in un futuro migliore per questo paese», ha esordito Comincioli visibilmente emozionato. «Questa gente è con noi, e vuole che il nostro gruppo continui ad amministrare. Mi sono dimesso dopo tutti gli attacchi che ho subito perchè volevo capire se ero ancora in grado di difendere l’istituzione del sindaco. E la mia gente mi ha dato fiducia». Così, già l’altro ieri Comincioli e il suo vice Adelzio Zeni sono stati in Prefettura per il ritiro delle dimissioni. «E il Prefetto ci ha dato dimostrazione di grande sensibilità e sintonia, al punto che l’11 gennaio, a mezzogiorno, sarà a Puegnago per un incontro pubblico finalizzato a riportare ficucia nella nostra comunità». Comunità che, ha ricordato, negli ultimi mesi è stata messa a dura prova da attacchi personali, lettere anonime, denunce e denigrazioni «finalizzate a intimidire la mia persona e quindi a indebolire l’intera amministrazione». «Sono stato personalmente denunciato due giorni dopo la mia elezione: francamente mi sembra un po’ troppo – ha aggiunto -. Ma la vergogna più grande è che per colpa di un pugno di persone, spesso neppure residenti qui, Puegnago ha fatto la figura di un paese guerrafondaio. Questa gente ha davvero esagerato, dimenticando che anche noi siamo persone con una sensibilità, con famiglie e attività. E soprattutto che nel quadro democratico le istituzioni vanno rispettate». Chiari i riferimenti alle polemiche sulla gestione del territorio, che hanno contrapposto Comincioli e la sua squadra alle minoranze consiliari (in particolar modo alla Lega) e al Comitato in difesa di Puegnago. «Non ho nulla da imparare da certa gente. Io sono innanzitutto un agricoltore, e mi sono spaccato la schiena per piantare qualche vite e qualche ulivo in più. Cosa ha fatto chi in questi mesi ha continuato a criticarmi?». Il problema è sempre lo stesso: le grandi lottizzazioni, come Borgo Alto, sulle quali Comincioli ha anche attaccato le amministrazioni precedenti, «incapaci di governare certe situazioni in modo efficace. «Chi ha proprietà in queste lottizzazioni deve essere rispettato, perchè ha il diritto di vendere e comprare quando vuole. Eppure qualcuno sta cercando di intimidire questa gente, facendo un uso distorto delle pratiche edilizie». Ma quali saranno le linee di gestione del territorio? Comincioli afferma solo che «la programmazione verrà modellata sulle esigenze reali dei nostri cittadini. I nostri obiettivi sono semplici: vogliamo dare a Puegnago servizi, strutture e infrastrutture, nonchè il clima di serenità di cui il paese ha bisogno». Per ultimo, il sindaco ha speso alcuni minuti nella difesa dell’amico Adelio Zeni, vicesindaco e detentore di numerosi assessorati, anche se non candidato alle ultime elezioni. «E’ una persona che lavora da oltre 20 anni in modo disinteressato per il bene di Puegnago, che viene dipinta come un delinquente che vuole distruggere il paese. La verità è che io e lui siamo sempre stati uniti dall’idea di fare qualcosa per il nostro paese. E in questa occasione io ho trovato in lui un collaboratore esperto, capace di affrontare questioni lasciate insolute da chi ci ha preceduto; come quelle per l’appunto legate alla gestione del territorio». E per finire una promessa solenne, che però non è una novità: «In futuro non risponderò più ad alcun tipo di attacco o polemica nei confronti della mia persona» ha concluso il sindaco, prima di ricevere i complimenti e le strette di mano di tutti i presenti in sala. Claudio Andrizzi

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