I produttori di vino Bardolino e Custoza Doc non ci stanno ad essere accomunati ai truffatori del fragolino. Per questo hanno promosso una riunione d’urgenza con l’assessore alle politiche agricole, Roberto Campagnari, esponendo il loro punto di vista e in particolare le preoccupazioni per l’effetto negativo che ha avuto la diffusione di notizie sulla truffa scoperta da parte della Guardia di finanza, anche per la decina di aziende vitivinicole che da anni pongono sul mercato un prodotto di grande qualità, sano, rispondente ai disciplinari di produzione rigorosamente stilati dalla Camera di Commercio e dal Consorzio di Tutela del vino Bardolino e Custoza. «La truffa del fragolino, di cui si è dato conto sulla stampa il 2 giugno a seguito delle indagini della Guardia di finanza di Bardolino in due aziende ubicate sul nostro territorio», spiega Roberto Campagnari, «ha prodotto un effetto domino a discapito dei nostri migliori produttori di vino doc. Ovviamente non si può generalizzare, ma i consumatori, anche quelli più convinti della bontà del prodotto dei nostri vitivinicoltori», prosegue Campagnari, «stanno tempestando di telefonate le aziende che operano sul territorio. Crearsi una buona nomea e un buon mercato non è facile oggi, data la concorrenza, perderla può avvenire in un attimo». «Non possiamo accettare che alcuni facinorosi producano sostanze illecite facendole passare per vino rovinando la nostra reputazione e i nostri mercati», dichiara Giovanni Montresor, produttore di Colà, «così va in malora un’intera vita di lavoro. le aziende che aderiscono alle strade del vino Bardolino non hanno nulla a che spartire con queste frodi. Vendiamo un prodotto di alta qualità riconosciuto dalle analisi della Camera di Commercio, dalla degustazione di una apposita commissione camerale, da un’ idoneità che ci è stata riconosciuta dopo una selezione accurata». «Anche il direttore del Consorzio di tutela del Bardolino, Giulio Liut», soggiunge Damiano Bergamini, «è arrabbiato per questa ignobile azione condotta da gente senza scrupoli. Ci ha espresso la massima solidarietà invitandoci a costituirci parte civile nell’azione giudiziaria in corso. Vedremo. Sta di fatto che i consumatori ci bombardano di telefonate, preoccupati. Noi di Colà, specialmente, etichettiamo il vino con la dicitura “Colline di Colà” proprio per rimarcare la tipicità e la localizzazione del vino. È stato un vero e proprio colpo basso». «L’operazione Vitis labrusca condotta dalla finanza è stata doverosa», conclude sconsolato Bergamini., «per la tutela delle frodi, ma ci ha portato moltissime preoccupazioni. Noi comunque continuiamo la produzione nella legalità e nel rispetto del mercato».
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L’amministrazione appoggia i produttori preoccupati dopo la frode del fragolino. I produttori locali stanno valutando di costituirsi parte civile
«Qui il vino è doc, le aziende serie»
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