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Reimpiego e riuso di materiale di epoca romana tra il Garda e la Vallesabbia

Per i suoi 450 anni l’Ateneo di Salò fa ancora una volta tappa nel Comune di Roè Volciano per approfondire l’importante tema del“Reimpiego e riuso di materiale di epoca romana tra il Garda e la Vallesabbia” con Simone Don (ricercatore di epigrafia romana) e il prof. Alfredo Buonopane dell’Università di Verona. La conferenza si terrà nella sala Consiliare del Comune di Roè Volciano, via Frua, venerdì prossimo 15 maggio, alle ore 18:00. 

Il significato di un monumento romano non è necessariamente lo stesso nel corso dei secoli. Spesso cessa di trasmettere i suoi significati originali in breve tempo, ma altrettanto spesso ne acquisisce di nuovi. La maggior parte delle iscrizioni romane ritrovate tra Garda occidentale e Vallesabbia si è conservata nel tempo per il fatto di aver subito un reimpiego oppure un riutilizzo. Certamente non possiamo sapere se altrettante siano andate inesorabilmente perdute per lo stesso motivo, ma laddove l’impiego di materiale romano è stato intenzionale per costruire edifici, perlopiù religiosi, allora si è sempre cercato di conservare tale materiale, chiaramente mutandone radicalmente il significato. Chiese e pievi quindi hanno svolto un ruolo essenziale, radunando presso di esse numerose antichità. Viceversa quando il reimpiego si configura come non ideologico ma solo casuale e strutturale allora la conservazione non è affatto sicura e spesso solo durante demolizioni emergono iscrizioni e resti romani.

Partendo da questa constatazione, la ricerca svolta da Simone Don, pone in luce le diverse casistiche del fenomeno, cercando di leggere la storia della pietra, in quanto attraverso essa si possono cercare di cogliere i cambiamenti di mentalità e i diversi significati che nei secoli sono stati attribuiti alle epigrafi e a vari monumenti romani.

La conferenza è patrocinata dall’Associazione Terra Italia Onlus – www.terraitalia.altervista.org (Associazione per lo sviluppo degli studi sull’Italia romana) e realizzata con il supporto organizzativo della Comunità del Garda.

L’entrata è libera fino ad esaurimento posti.

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