giovedì, Aprile 18, 2024
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Nell’abbazia di Maguzzano che, secondo la tradizione, fu frequentata da Teofilo Folengo. Sotto l’intonaco il pregevole edificio risulta completamente affrescato

Scoperti cento affreschi del ’500

È interamente affrescata l’antica ’’abbatiola’’ benedettina di Maguzzano. Lo sono le 36 lunette del rinascimentale chiostro che raccontano la vita di San Benedetto, anche quelle delle sale del lato est dell’abbazia, le pareti dell’edificio, lo scalone in pietra che sale al primo piano fino alla sfolgorante ’’officina patris’’ come dire l’ufficio del priore. La sensazionale riscoperta della presenza di affreschi e dipinti, forse addirittura un centinaio, celati rozzamente un po’ dappertutto ripropone all’attenzione questo splendido monumentale complesso. Dagli intonaci che coprivano le decorazioni pittoriche sono spuntati colori, disegni, sinopie. A mettere in movimento gli esperti della Soprintendenza ed il prof. Gian Carlo Quaglia, direttore del Centro studi e ricerche sul restauro S. Angela Merici di Desenzano è stato, per una parte, lo scrittore Vittorio Messori. Il prof. Quaglia e l’Istituto don Calabria hanno poi effettuato ulteriori accertamenti, alcuni saggi, ricerche storiche. Il risultato è davvero eccezionale. Ci sono affreschi nascosti un po’ ovunque nell’abbazia edificata a lato della strada romana alla fine del V secolo. Saccheggiata e distrutta dagli Ungheri nel 922 venne ricostruita. Se ne trova traccia in una ’’breve’’ del pontefice Eugenio III nel 1145. Devastata ai Visconti nel 1438 fu nuovamente ricostruita. La fama dell’abbazia si deve alle linee pure ed armoniose del chiostro, alla chiesa rinascimentale. Nelle stanzette che hanno restituito gli affreschi soggiornarono personaggi illustri come il cardinal Reginaldo Polo che nella prima metà del Cinquecento, dalle rive del Garda, ’’lavorò’’ da grande diplomatico per preparare il ritorno dell’Inghilterra alla Chiesa. Qui Teofilo Folengo, un benedettino d’ingegno, forse ispirandosi al paesaggio ed ai toponimi del luogo scrisse la ’’Macaronea’’ nella lingua nota poi come latino maccheronico. «Fu probabilmente l’avvento di Napoleone a far sparire gli affreschi e le decorazioni – dice il prof. Gian Carlo Quaglia che organizza sul lago corsi di aggiornamento sul restauro dei beni artistici, storici e culturali che hanno come obiettivo la tutela e la salvaguardia del ricchissimo patrimonio -. Nella piccola sala dei colloqui Vittorio Messori, che dispone di un ufficio nell’abbazia, ha notato che nel corso di alcuni lavori erano emersi dei colori. Mi ha segnalato la presenza di dipinti. Siamo subito intervenuti. Nelle 5 lunette laterali abbiamo scoperto e riportato in luce 2 bellissimi paesaggi seicenteschi riferibili ai laghi di Mantova e 3 sinopie. Nella lunetta sopra la porta è emerso invece un affresco a cera grassa del Cinquecento che rappresenta la fuga in Egitto, con la Madonna col bambino, San Giuseppe che con una ciotola raccoglie acqua da un fiume, un bel paesaggio sullo sfondo. Anche le crociere del soffitto erano decorate; siamo riusciti a salvare il salvabile. I restauri, d’intesa con la Soprintendenza ed il dott. Vincenzo Veroldi, sono in corso». «Ma – prosegue il prof. Quaglia – sono stati effettuati saggi anche nelle lunette del chiostro. Sono tutte e 36 affrescate. Ritengo che raccontino la vita di San Benedetto. Decorazioni e affreschi sono emersi anche nella sale adiacenti a quella dei colloqui, sulle pareti dello scalone che porta al piano superiore e nell’ufficio del priore. Sotto il soffitto a cassettoni lignei decorati del 1500 abbiamo portato in luce un fascione affrescato a motivi floreali del 1500. Decorazioni sono visibili sui muri esterni dell’edificio che si affaccia sul chiostro. Insomma c’è un patrimonio di inestimabile valore da recuperare. In maggio intendiamo cominciare con le lunette del chiostro». Gli interventi sono ovviamente seguiti dai responsabili dell’Istituto don Calabria, proprietario dell’abbazia. «Abbiamo predisposto un progetto di sistemazione e restauro dell’intero complesso – dice l’economo prof. Roberto Berveglieri -. Interesserà il tetto, i canali e ovviamente anche gli affreschi. Contiamo sull’appoggio della Regione Lombardia alla quale chiederemo a giorni un congruo contributo».

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