All’inizio di una primavera con i crinali innevati delle montagne, come perdere l’occasione di ammirare la Nevicata (1880-1881) alle collezioni della Galleria Civica Giovanni Segantini di Arco?
Il dipinto è esposto accanto ad una serie di altre tele dedicate da Segantini ai Navigli milanesi, eseguite tra il 1880 e il 1881, prima del suo trasferimento in Brianza. L’artista aveva familiarità con la scena urbana del Naviglio di San Marco, dove si trovava il suo studio, nel periodo in cui Milano post-unitaria esprimeva un progressivo interesse per le vedute cittadine.
Lo avevano anticipato Rapetti, Bignami e soprattutto Mosè Bianchi nell’attenzione al paesaggio urbano contemporaneo, per il quale S. esprimerà una dimensione improntata da una vena malinconica e nostalgica. Come se la neve attutendo colori e rumori, avvolgesse anche il lavorio umano e facesse riverberare di luminosità insolita ogni cosa.
Accanto: Primavera sul ponte di S,Marco, dai colori squillanti, Le donne dei navigli ritratte più sbarazzine della signora Torelli, che, grazie ad un ombrello bianco in pendant con le guarnizioni dell’abito severo, acquista una presenza morbida.
Dipingere i navigli rispondeva sia all’ interesse collezionistico che alle sperimentazioni stilistiche degli autori, da Carcano, Mosè Bianchi e T. Cremona: una intensa vivacità di tocco e di tessitura cromatica inseguendo effetti luministici colti sul vero. Una sorta di impressionismo lombardo, negli scorci.
Segantini si muoveva all’interno di questo contesto d’avanguardia con una pennellata sintetica, materica, secondo una più meditata indagine dei fenomeni luminosi e dei chiaroscuri, propri de i Navigli e della sua emotività.
Non stupisce, in tal senso, che proprio nel 1880, Segantini licenzi il Naviglio al Ponte di San Marco ed elabori le variazioni sui navigli innevati, come il suo protettore e gallerista Vittore Grubicy De Dragon sollecitava in quanto molto apprezzati dal mercato. Lo stesso gallerista esponeva Nevicata, l’opera recentemente acquisita dalla Galleria Civica di Arco, in occasione della prima mostra personale dell’artista.
Oggi è presentata accanto a cinque opere provenienti da gallerie milanesi, trentine, Svizzere di St. Moritz e da Collezionisti privati: il Naviglio al ponte di San Marco, il Ritratto della Signora Torelli; Naviglio sotto la neve; Naviglio di San Marco e Giovane donna in Via San Marco. Alla vedute paesaggistiche urbane si affiancano i ritratti, e, accanto alle opere sono presentati diversi materiali illustrativi e documentari.
Si possono rivedere opere della collezione permanente della galleria civica di Arco e altri prestigiosi prestiti – In esse toni e pennellate si per le nature morte e ancor più il pannello decorativo coi fiori confermano la sapiente stesura del colore che si espande, sempre rinnovato nei paesaggi montani.
Gli interni dipinti sono spesso cupi, con una luce fioca che lascia a mala pena intravedere le figure, come ne il campanaro. Interessanti gli studi a matita ed acquarello, con tocchi emotivi che si fanno molto intensi quando raccontano momenti di preghiera all’aperto: Ave maria ; L’ora mesta, rese contonalità delicate, o come nel delicato disegno madre che lava il bambino.
La malinconia torna nelle ortensie, al tramonto.
Intrigante la Pompeiana, in abito verde, che allunga il braccio a sfiorare l’acqua, e lontano il fondale è quasi tizianesco.
Segantini merita sempre il nostro plauso!!