sabato, Settembre 7, 2024
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Il consigliere De Bortoli, che ha seguito il progetto: «Il segreto? Cercare qualcosa di vicino e di utile»

Sport e scuole scaldaticon l’energia «verde»

Energia pulita per riscaldare il polo scolastico e gli impianti sportivi del capoluogo: l’amministrazione comunale ha infatti deliberato la realizzazione di un impianto a biomassa ligneocellulosica, in sostanza scarti legnosi, in grado di produrre 1,2 megawatt termici. Il costo dell’opera è stimato in 600 mila euro di cui 318.500 euro coperti dal finanziamento deliberato dalla Giunta regionale.Molte le ragioni che hanno portato gli amministratori ad orientarsi verso questo tipo di soluzione energetica. «La scelta risponde a criteri ambientali ma anche economici», spiega Roberto De Bortoli, consigliere delegato alle politiche agricole del Comune che ha seguito in prima persona il progetto. «L’impianto a biomassa ligneocellulosica va nella direzione del rispetto del protocollo di Kyoto e degli accordi stabiliti dall’Unione europea per combattere l’effetto serra. E ciò perché la combustione del legno, com’è nel nostro caso, genera in termini di emissione di anidride carbonica (CO2) un cosiddetto bilancio pari: vuol dire che l’anidride carbonica immessa è la stessa che la pianta ha assorbito nella sua vita; a differenza di ogni altra fonte energetica che nel processo di combustione emette nuovi e importanti quantitativi di anidride carbonica».«Ma ancora prima», sottolinea De Bortoli, «questo impianto è stato studiato ragionando sulle caratteristiche del nostro territorio. Pensando a una fonte energetica pulita, ci siamo chiesti che tipo di combustibile potessimo utilizzare guardando ciò che viene prodotto “in loco”. Qui ci sono oltre 560 ettari di vigneti, la coltura dominante, cui si aggiungono altri tipi di frutteto, il verde privato, un’azienda che lavora il legno: ciò equivale a oltre 1000 tonnellate di biomassa ligneo cellulosica. È la base dalla quale siamo partiti perché, a differenza di quanto si è fatto e si fa altrove, il nostro intento è usare ciò che viene prodotto dal territorio».Attivato l’impianto, si tratterà di vedere se la provenienza della fonte energetica sarà solo Castelnuovo del Garda o qualche località limitrofa. «L’idea», ribadisce il consigliere, «è di essere autonomi localmente anche perché la biomassa prodotta sul territorio é ampiamente superiore a quanto richiesto dall’impianto. E non avrebbe senso comprare tonnellate di materiali. Se facessimo così verrebbe meno il significato economico ed ecologico dell’impianto: lo affermano studi di settore secondo i quali acquistare i materiali già a 20, 30 chilometri di distanza dall’impianto riduce in modo importante il vantaggio ambientale ed economico della scelta».Perché anche il valore economico ha pesato nella scelta. «Il prezzo del petrolio è in continua ascesa, e non è meno importante pensare a un’autonomia dai tradizionali fornitori dei combustibili fossili. Inoltre è un’attività che genererà indotto, una sorta di filiera diversa soprattutto per il settore agricolo».La conferma del contributo della Regione ha contribuito a dettare i tempi per la realizzazione. «A breve organizzeremo incontri pubblici per presentarla alla popolazione. Nel frattempo proseguiamo l’iter burocratico e progettuale: l’impianto dovrà essere ultimato entro il 2009 ma per quella data», conclude De Bortoli, «contiamo, in realtà, di metterlo in funzione».

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