La stagione è alle porte, gli immigrati hanno appena consegnato il loro kit alle Poste sperando di trovare un futuro in Italia e gli alberghi temono di non poter ricevere i turisti perché non riusciranno ad avere personale a sufficienza. Il grido d’allarme è della Federalberghi Veneto che dice:«Senza extracomunitari, senza lavoratori stagionali a sole quattro settimane dall’inizio della stagione estiva, le nostre strutture ricettive sono a rischio». Per Marco Michielli, il presidente, c’è poco da essere ottimisti e lo spiega con un esempio che non lascia scampo: «Nel 2005 l’apertura dei termini per la presentazione delle domande per l’assunzione dei lavoratori stranieri era avvenuta il 3 febbraio e le imprese hanno potuto usufruirne solo a fine agosto, a stagione oramai conclusa». «Cosa succederà», si domanda, «quest’anno considerando che i termini si sono aperti solo il 14 marzo?». E soprattutto, cosa succederà agli alberghi del Lago di Garda che le porte, invece, dovranno aprirle il 1 aprile? Non succederà quasi nulla, rassicurano dal lago. Le preoccupazioni della Federalberghi per quel che riguarda la nostra zona vengono stemperate da Giuseppe Lorenzini, presidente dell’Unione gardesana albergatori veronesi che conta circa 330 iscritti. «Il problema c’è», dice, «è serio e lo abbiamo già affrontato in diverse occasioni, ma fortunatamente a noi ci tocca poco o relativamente poco perché nelle nostre strutture lavorano soprattutto italiani oppure stranieri già in regola con il permesso di soggiorno». «Diverso», aggiunge, «è il discorso degli alberghi che sorgono in località marittime come Jesolo, Caorle o addirittura a Venezia, là sì che si pone un problema serio perché molti dei lavoratori impiegati sono i cosiddetti stagionali stabiliti dal decreto flussi del governo». Decreto sul quale sia la Federalberghi Veneto, sia la Federalberghi nazionale hanno più volte chiesto di trovare una sorta di «scorciatoia» o di una «corsia preferenziale». «C’è bisogno di una soluzione», sottolinea Lorenzini, «i lavoratori stagionali nel nostro settore sono oramai indispensabili e ogni anno come categoria ci troviamo ad affrontare sempre la stessa e difficile trafila burocratica per riprendere in servizio personale che ha già lavorato nelle nostre strutture».«Perché come albergatori», si domanda, «non potremmo semplicemente trasmettere alla autorità competenti i nominativi delle persone che già conosciamo e di cui abbiamo bisogno?». Lo scorso agosto, tra le ipotesi avanzate dalla Federalberghi Veneto all’assessore regionale alle politiche dei Flussi migratori, Oscar De Bona, ce n’era una che prevedeva che entro ottobre di ogni anno le imprese comunicassero alle Direzioni provinciali del lavoro, o agli sportelli unici, la lista dei lavoratori che intendevano assumere per la stagione successiva e quindi di fissare, entro dicembre, le quote per l’anno successivo. Proposta sulla quale è calato il silenzio e che Lorenzini si augura venga invece presa in considerazione perché ragionevole e funzionale. Ragionevole anche per gli alberghi del Lago di Garda, nonostante non abbiano moltissimi lavoratori stranieri. «Ogni stagione negli alberghi sono circa quattrocento», dice il presidente dell’Unione gardesana, che prevede però che negli esercizi pubblici siano almeno il triplo, «lavorano da aprile a ottobre e poi tornano a casa, provengono soprattutto da Ucraina, Moldavia e Russia, lavorano in cucina come aiutanti o in sala». Dati confermati anche da Ivan De Beni, presidente degli albergatori di Bardolino, associazione che conta circa una sessantina di iscritti. «Qui però», dice, «ci sono anche molti nordafricani, la maggior parte dei quali già in regola col permesso di soggiorno per cui quelli che dobbiamo regolarizzare seconda la normativa legata al decreto flussi sono un numero davvero esiguo». «Molti», prosegue, «sono quelli che si presentano direttamente all’albergo e devo dire che quest’anno sono stati davvero tanti, in genere vengono impiegati nei lavori cosiddetti di fatica, come facchini, lavapiatti o per le pulizie». «È più difficile, invece, che vengano impiegati alla reception, dove abbiamo già il nostro personale specializzato».