martedì, Maggio 21, 2024
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Soffrono i canneti, problemi per gli aliscafi

Sul Garda affiorano nuove spiagge e calette

Questa torrida estate africana, che non ha risparmiato nemmeno il lago di Garda, ha un piacevole rovescio della medaglia. A causa dell’abbassamento dei livelli del Benaco – sotto di quasi un metro e mezzo rispetto alla norma – stanno emergendo delle spiaggette e delle calette di cui non si conosceva nemmeno l’esistenza. Sepolte finora dall’acqua, a Campione, Tremosine, Tignale stanno affiorando delle insenature naturali sulle quali i più fortunati si godono la tintarella. Sono calette che dureranno poche settimane perché poi, molto probabilmente, ritorneranno sott’acqua. Anche attorno alle grotte di Catullo, a Sirmione, è possibile passeggiare tranquillamente, spostandosi sulle bancate rocciose in precedenza coperte dall’acqua. Ma non è tutta grazia, purtroppo, il momento attuale che vede il più grande lago italiano impoverito d’acqua, anche se la situazione in generale resta sotto controllo. Ieri (i dati sono della Comunità del Garda) il livello era attestato sui 25 centimetri sopra lo zero idrometrico, ben lontano ancora dai 15, che rappresentano la soglia di crisi. Lo scarico a valle era di 56 metri cubi al secondo. In situazioni del genere la prima a risentirne è la navigazione di linea: traghetti, battelli, ma soprattutto aliscafi, hanno un pescaggio notevole, tra i 4 e i 5 metri. Se il livello dovesse abbassarsi ulteriormente, i problemi maggiori li avrebbero proprio gli aliscafi, che comunque verrebbero sostituiti dai catamarani. A rischio i porticcioli più interni e quelli in cui l’ultimo dragaggio risale a parecchi anni fa. I canneti cominciano a soffrire di tanto caldo e dell’abbassamento del lago. Ma non c’è un allarme immediato. Sull’ittiofauna il discorso è invece più articolato. Abbiamo raccolto il parere di due pescatori professionisti, Marco Cavallaro, di Desenzano, che è anche esperto della commissione provinciale della pesca, e Adelino Signori, di Sirmione. Entrambi, lo diciamo subito, sono sulla stessa lunghezza d’onda. «Il tempo della riproduzione dei pesci è già terminato in primavera – commenta Cavallaro – quindi non ci sono problemi. Problemi invece li notiamo nella pesca del coregone, perché è un pesce che predilige le acque fresche e, perciò, si tiene lontano dalla costa. C’è un rovescio della medaglia positivo, se vogliamo: ed è la sardina. Proprio a causa del grande caldo di giugno, questo pesce ha anticipato la riproduzione a maggio. Di lucci, per esempio – rileva ancora Cavallaro – se ne stanno prendendo un sacco, perché è vorace e quindi si avvicina ovunque». E le alghe? «Le alghe purtroppo vanno in putrefazione e non può costituire un alimento per una certa parte degli acquatici». Anche Adelino Signori conferma «che i nidi dei pesci e degli acquatici sono già stati abbandonati dai piccoli, in questo periodo hanno già deposto le loro uova i cavédani, le aole, le arborelle. I canneti invece soffrono ma, in complesso, la pesca si sta salvando. Molti pesci, che preferiscono le acque profonde, sono scomparsi ed è difficile prenderli. Quel che può creare delle malaugurate morìe – spiega Signori – è l’assenza di ossigeno: mancando il vento e le precipitazioni, il lago mostra carenze di ossigeno, vitale per i pesci».

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