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Il sentiero Ventrar di nuovo agibile dopo i vandalismi

Sul monte Baldo

Niente più paletti d’acciaio divelti o piegati, né cavi dondolanti in mezzo al sentiero. Ora lo splendido giro escursionistico marcato dal Cai con il numero 3, che si svolge lungo il versante settentrionale delle cime del Ventrar, è stato completamente ripristinato. Il sentiero, uno dei più noti ed affascinanti del Monte Baldo, sin dall’inizio di questa estate versava in pessime condizioni. Questo, nonostante fosse stato completamente attrezzato durante la passata stagione estiva, nell’ambito di un vasto progetto di risistemazione della sentieristica baldense ideato e patrocinato dalla Comunità montana del Baldo in accordo con le realtà locali, con nuove funi metalliche e paletti di sostegno. Già nell’autunno dello scorso anno erano stati osservati cedimenti in alcune strutture di sicurezza, cedimenti legati principalmente alla elevata sfaldabilità delle rocce sedimentarie tipiche di questa parte del Baldo. Poi l’inverno, con le sue abbondanti nevicate e i forti sbalzi termici, ha contribuito certamente ad acuire la precarietà degli ancoraggi, ma il colpo di grazia, almeno secondo alcuni, pare sia stato inferto da ignoti, che avrebbero tranciato diversi cavi, strappato i fissanti incuneati nella roccia e piegato i paletti di sostegno. La tesi del vandalismo, a dire il vero, non convince tutti ed in modo particolare non convince il sindaco di Malcesine, Adelino Lombardi. «L’inverno scorso», dice infatti Lombardi, «è stato particolarmente rigido ed ha senza dubbio infierito su un terreno facilmente sfaldabile. Ringrazio la Comunità montana del Baldo e i suoi tecnici per gli interventi di risistemazione che ci auguriamo siano definitivi, anche perché da adesso in poi ci impegneremo tutti nel monitoraggio costante del sentiero, onde prevenire inconvenienti di ogni genere ed evitare disagi agli escursionisti». Tuttavia l’ipotesi, peraltro possibile e più che plausibile, di un cedimento delle strutture legato alle ingenti nevicate invernali, si scontra con le testimonianze dell’esperto inviato dalla ditta Lazzarotto (incaricata della risistemazione del sentiero e che a suo tempo aveva provveduto a porre cavi e paletti) a verificare la situazione. «Vi sono a mio avviso», sostiene la guida alpina Pierpaolo Role, esperto in realizzazione di sentieri attrezzati, «segni inequivocabili di moschettoni e cavi tranciati da cesoie, nonché di estrazioni artificiali di fittoni. Ma la prova più schiacciante è la presenza di numerosi paletti piegati a forza verso monte, paletti che nessuna valanga o scarica di pietre potrebbe piegare in quel modo». Qualunque sia stata la causa del cedimento delle attrezzature, grazie al contributo della Comunità montana e grazie all’intervento veloce della ditta Lazzarotto di Mosso (Biella), il sentiero è stato interamente ripristinato con l’augurio di tutti che questi interventi non debbano ripetersi in futuro. A meno che non si scopra che in questa zona del Baldo, durante l’inverno, le rocce si sgretolano più velocemente che altrove oppure che, come ha detto scherzosamente Pierpaolo Role, «non continui a verificarsi lo strano fenomeno delle valanghe da valle verso monte». La qual cosa (benché impossibile, s’intende) renderebbe ancor più unica la nostra già inimitabile montagna.

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