Dopo una lunga maratona consiliare, alle 3 e 30 di ieri mattina il consiglio comunale ha approvato l’adizione del nuovo piano regolatore di Desenzano, passato a maggioranza con il voto contrario di Forza Italia, Lega e indipendenti (astenuta la lista dell’ex sindaco Cino Anelli). E’ un traguardo a suo modo «storico»: a vent’anni giusti dal primo Piano reglatore varato dalla giunta Ramella, la capitale del lago di Garda ha dunque un nuovo strumento con il quale misurare le proprie ambizioni di sviluppo e potenzialità. Anche se va detto subito che il Prg desenzanese è un documento imrpontato su obbiettivi di tutela e di salvaguardia, con poco sviluppo edilizio. Lo ha detto il sindaco Fiorenzo Pienazza, nel suo intervento. «Non si prevedono nuove aree per insediamenti commerciali, anzi si è cambiata destinazione in produttiva secondaria ad un’ampia area esistente a S. Martino della Battaglia che avrebbe potuto, se confermata, dare luogo ad un nuovo complesso commerciale». «Saranno previsti – ha continuato Pienazza – nuovi collegamenti ciclabili e parcheggi, in sintonia con i collegamenti viabilistici, per impedire un incremento di traffico della città». In quanto ai nuovi insediamenti produttivi di tipo artigianale, ha proseguito il sindaco, «con esclusione di impianti industriali con elevato impatto, sono previsti in completamento dell’area di via Mantova e a fianco di quella di Sirmione». Il nuovo piano, inoltre, prevede una vasta superficie di aree naturalistiche. Infatti, «le aree rientranti nei tre previsti Plis (parchi locali sovracomunali) ammontano a quasi 1000 ettari, cioè quasi 10 milioni di metri quadri e il 27% del territorio agricolo che equivale all’80% del territorio comunale». Infine, il «suolo di nuova urbanizzazione aggiuntiva – ha proseguito ancora il sindaco – è solo del 2,33% dell’urbanizzato». Vuol dire che pochisssimo territorio sarà concesso all’avanzata del cemento: gran parte delle costruzioni previste saranno «rimpimento» di aree già urbanizzate. Ecco, dunque i dati che, da soli, offrono la filosofia a cui si è ispirato il piano regolatore, messo a punto in oltre due anni di lavoro dallo staff dell’architetto Valeria Erba, del Politecnico di Milano, e dagli uffici tecnici comunali. L’esordio dell’adozione del piano era stato, tuttavia, messo in dubbio dalla presentazione all’ultima ora di due distinte richieste di slittamento depositate dal leghista Rino Polloni e dal forzista Sergio Parolini. Per l’esponente di Forza Italia, a causa di «un emendamento presentato dallo stesso sindaco Pienazza che riconosceva un grave errore nella zonizzazione del Prg», si rendeva necessario uno slittamento della discussione per «consentire i necessari chiarimenti e una diversa zonizzazione». Pienazza, nella sua replica, chiariva che l’errore era materiale. Si riferiva al fatto che, nel Prg, gli alberghi a lago non erano stati assoggettati alle stesse norme di prescrizione vigenti nelle altre zone. E la mozione veniva quindi respinta. Respinta dalla maggioranza anche l’obiezione del Carroccio, che denunciava l’assenza di un parere tecnico della Regione. Pienazza rispondeva che non si trattava di un atto inderogabile, che insomma non avrebbe inficiato la regolarità del Piano. Dopo un lungo dibattito, scandito dalla presentazione di 26 emendamenti e dagli interventi delle varie forze politiche, a notte fonda il piano veniva finalmente adottato.
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Approvato il nuovo Piano regolatore generale. Il voto conclusivo alle 3.30 della notte. Salvaguardia in primo piano: destinati a parco 1000 ettari di aree