venerdì, Maggio 3, 2024
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Vitigno del San Martino Doc nuova denominazione: si chiamerà Tuchì

Nel video la storia raccontata da Michele Vescia, padre delle DOC bresciane, e non solo

Dopo molti anni di tormentate discussioni e di ricerche si è arrivati finalmente ad una soluzione per il vitigno di San Martino della Battaglia: grazie all’approvazione di un’istanza presentata al ministero, questa piccolissima chicca del territorio bresciano riporterà alla luce le sue antiche origini.

Durante la presentazione del nome scelto per Il vitigno del “San Martino” abbiamo avuto l’occasione di parlare con Sante Bonono, il nuovo presidente dell’Ente Vini Bresciani e con Luca Formentini, responsabile della Filiera della Dop San Martino della Battaglia. Entrambi hanno sottolineato l’importanza del nuovo nome proposto, semplicemente si chiamerà “Tuchi”.

Il nome Tuchi trae la sua origine dalle caratteristiche dell’uva stessa, piccola come acino e piccola come grappolo, tratto caratteristico che è stato portato alla luce attraverso ricerche storiche svolte sul territorio, grazie all’aiuto determinante del professor Michele Vescia.

Michele Vescia, accademico del Vino e Padre fondatore dell’enologia bresciana, ha ripercorso assieme a noi le principali tappe storiche di quest’area ristretta che da origine a grandi vini amati da molti intenditori.

“In occasione della Battaglia di San Martino e Solferino nel 1859, si racconta che vi fu una cena con il Principe d’Austria e i proprietari dei regni di questa zona. Tra i vari discorsi parlarono di viticoltura e bevvero questo vino che il Principe associò al suo vino di Tocai. Nei giorni successivi si sparse la voce che il vino era stato molto gradito e assimilato al Tocai delle terre austriche. Da allora venne ereditato come suo nome”.

Nessuno da quel giorno si preoccupò più di modificarne il nome fino alla fine degli anni Cinquanta, quando il Ministero dell’Agricoltura Italiano decise di nominare tutti i vitigni presenti sul territorio italiano per dar vita a nuovi piani di viticoltura.

Il problema si presentò quindi in tempi più recenti quando negli anni Sessanta si cercò di mettere ordine e si scoprì dalle varie ampelografie che il Tocai non esisteva in questa zona.

“In passato “Tocai” era utilizzato come sinonimo che si dava a tanti vitigni diversi tra loro, dal Malaga al Pinot Grigio e così arrivò anche a un vitigno che esisteva nella zona di San Martino per differenziarlo dal Lugana adiacente. Non si poteva, infatti, dare vita ad un vino uguale da due terreni molto diversi tra loro: il Lugana era argilloso-calcareo mentre in collina era morenico e quindi più sciolto”.

In dialetto bresciano lo chiamavo “Tuchi” perchè era una piccola produzione e vicino vi erano vitigni importanti come la Turbiana del Lugana. il Ministero alla fine decise di assimilare le vigne di San Martino a quelle chiamate Tocai a Conegliano Veneto e diffuse anche in Friuli.

“Cosa accade oggi, il San Martino è fatto con il Tocai friulano ma se noi scriviamo su una bottiglia che la produzione del vino è sul territorio bresciano ma con uva friulana ingeneriamo una grande difficoltà e confusione presso il consumatore. Ad esempio anche il Lugana crea confusione perché risulta fatto con il trebbiano veronese, ma in loco quel vitigno viene chiamato Turviana o Turbiano. Ciò risulterebbe secondo la logica di chiunque che il Lugana è fatto con il Trebbiano veronese e il San Martino con il Tocai friulano ma questo non rispecchia la realtà, poichè sono produzioni da sempre situate in queste zone indipendenti da qualsiasi altro terreno”.

Ricercando quindi una correttezza nella nomenclatura, i viticoltori di San Martino della Battaglia desiderano che lo Stato prenda in considerazione il vecchio sinonimo di “Tuchi” per il loro vino. Ciò permetterebbe loro di poter in qualche modo dire ai propri consumatori: “Guarda che questo vino è fatto con un’antico vitigno che avevamo noi già in passato e non è fatto con il Tocai Friulano ma con uva nostra.”

Un vitigno autoctono quindi, che genera vini ricchi di personalità propria e che vuole riacquistare la sua giusta posizione nel mondo dei Vini.

 

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