La Comunità del Garda ha ottenuto la messa al bando dalla Gardesana degli «automezzi Adr»Prosegue la battaglia per lo stop perpetuo al traffico pesante sulla Gardesana.Ad aggiungere un ulteriore capitolo alla telenovela che, dai primi anni ’90, tiene in scacco i paesi della sponda veronese del lago, ha pensato la Comunità del Garda.L’altro ieri, infatti, nell’ufficio del Commissario del Governo di Trento, il presidente della Comunità Aventino Frau, assieme al segretario, Pier Lucio Ceresa, ha discusso la questione alla presenza del commissario di governo e di alcuni enti e associazioni economiche della Provincia autonoma retta da Lorenzo Dellai.Due le novità di rilievo. La prima è la conferma dell’interdizione al traffico pesante sulla Gardesana dal 4 aprile al 31 ottobre 2009.Dal 1995, ogni anno avviene questo incontro grazie al quale si trova una sorta di compromesso, e si stabiliscono le date di chiusura che, solitamente, vanno dalla settimana precedente la Pasqua fino a fine ottobre.Il parere definitivo in merito alla proposta uscita da Trento spetta comunque alla Prefettura di Verona.La seconda notizia invece, che è forse la più importante, la Comunità del Garda l’ha ottenuta puntando i piedi e mettendo al bando dall’unica arteria rivierasca i cosiddetti «automezzi Adr», cioè «quelli che trasportano sostanze tossiche o nocive», come ha illustrato il segretario Pier Lucio Ceresa.«Questa», ha illustrato, «è una novità rispetto al passato ottenuta grazie alla tenacia del presidente Frau, e non è una cosa da poco». Per comprenderne gli effetti, basti pensare a cosa potrebbe accadere dal punto di vista economico, ambientale e della salute pubblica se solo un autoarticolato con carichi tossici o nocivi avesse un incidente e riversasse il proprio contenuto nel Garda, sulle spiagge o sulle strade di qualche centro abitato.Ma un altro aspetto che vale la pena riportare per far comprendere bene il quadro generale e il motivo per cui, dopo oltre 20 anni di battaglie, i sindaci gardesani non siano riusciti a liberarsi dei tremendi «bisonti».«A Trento», hanno confermato dalla Comunità, «c’è stato uno scontro e una dura opposizione da parte delle categorie economiche del Trentino alla chiusura ai tir. In particolare, da parte di coloro che, dal Basso Sarca, ogni giorno devono raggiungere il basso lago veronese».Più esplicitamente, anche se dalla Comunità del Garda preferiscono non essere così dettagliati per evitare dure polemiche, ad Arco risiedono un paio di attività commerciali, tra cui una cartiera di livello internazionale con svariate decine di tir. Questi imprenditori e le loro categorie di rappresentanza si oppongono all’interdizione della strada regionale 249 ai mezzi pesanti.Insomma, oltre 40 mila persone residenti in otto paesi della sponda veneta da Malcesine a Castelnuovo, oltre che quelli di Torbole-Nago, sono sottoposte da oltre 20 anni alla volontà, finora vincente, di una sorta di lobby commerciale. Che, per motivi di comodità logistica e per evitare il pagamento del pedaggio autostradale tra l’Autobrennero e il casello di Affi, vuol continuare il transito attraverso i centri rivieraschi.Quindi, i pericoli per la salute pubblica, di viabilità stradale e di inquinamento, denunciati da tutti gli enti, istituzioni, comitati e dalla stessa Comunità del Garda, di fronte a tutto ciò passano in secondo piano.Ultima protesta, in ordine di tempo, la mozione numero 46 approvata in consiglio comunale da Brenzone e fatta propria anche dal Comitato «No Affi-Pai».Per «porre fine a una situazione insostenibile», aveva illustrato il sindaco di Brenzone, Giacomo Simonelli, «abbiamo portato sul tavolo del ministro Maroni anche questa grana».Ora i sindaci e i cittadini del Garda confidano nell’impegno dell’esponente del governo in forza al Carroccio per chiudere la situazione.
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Decise anche le date del «fermo» dei camion: sarà dal 4 aprile al 31 ottobre. Ed è scontro con Trento in attesa dell’arrivo del ministro Maroni