giovedì, Novembre 30, 2023
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«Vogliamo vedere il Tg Veneto». I sindaci protestano contro la Rai

È dal 1979 che la terza rete Rai è sta­ta region­al­iz­za­ta, e dopo qua­si tren­t’an­ni, le sponde del non ricevono anco­ra le trasmis­sioni delle Regioni di apparte­nen­za. I cit­ta­di­ni del Gar­da, quan­do accen­dono la tv per vedere il tele­gior­nale regionale, sul­la spon­da veronese pos­sono ascoltare le notizie del­la Lom­bar­dia, men­tre sul­la spon­da bres­ciana seguono l’at­tual­ità del Vene­to. Sem­bra persi­no com­i­ca la cosa vista da fuori, non però per i tan­ti cit­ta­di­ni garde­sani che la con­sid­er­a­no un vero dis­servizio del­la tele­vi­sione di Sta­to. In par­ti­co­lare, con l’aper­tu­ra del­la nuo­va sede Rai in cen­tro a Verona, gli uten­ti del Gar­da han­no cre­du­to a una svol­ta del­la ricezione, che invece non si è ver­i­fi­ca­ta. I veneti del lago si sono imb­u­fal­i­ti soprat­tut­to in occa­sione delle elezioni politiche, quan­do han­no ten­ta­to di seguire sul­lo scher­mo, sen­za rius­cir­ci, i risul­tati dei can­di­dati veneti e verone­si. I cit­ta­di­ni di nel peri­o­do delle fes­tiv­ità pasquali, han­no protes­ta­to per la man­ca­ta visione di un servizio di cinque minu­ti sul tur­is­mo del loro paese, anda­to in onda sul Tg Tre. Per il futuro la situ­azione sem­bra des­ti­na­ta a non cam­biare. Lo spie­gano i respon­s­abili del­la sede regionale Rai. Fer­di­nan­do Andreat­ta, respon­s­abile del­l’area Nord del­la Soci­età Rai-Way, l’a­gen­zia del­la Rai che cura gli impianti, spie­ga: «La volon­tà di risol­vere il prob­le­ma è stor­i­ca, ci sono stu­di e ten­ta­tivi in cor­so da almeno 20 anni, ci abbi­amo prova­to, ma non ci sono le con­dizioni tec­niche per risol­vere questo grave prob­le­ma. Non ci sono fre­quen­ze libere, sono tutte occu­pate, ci vor­rebbe un nuo­vo canale che non è disponi­bile. La gente pen­sa che per vedere Rai Vene­to basterebbe sem­plice­mente instal­lare un nuo­vo impianto, che sarebbe anche facil­mente real­iz­z­abile; in realtà questo non servirebbe a nul­la, per­ché poi non ci sarebbe la fre­quen­za per trasmettere».Non ci sono sper­anze? Il respon­s­abile di Rai-Way una prospet­ti­va per il domani l’ha pronta. «Dove­va essere dig­i­tal­iz­za­ta tut­ta la rete nazionale entro fine 2005», dice il fun­zionario, «invece quest’an­no è sta­ta emana­ta una legge che ha pos­tic­i­pa­to il ter­mine per il pas­sag­gio al dig­i­tale a fine 2008. Questo per­ché non si pote­va fare tut­to in un colpo, infat­ti la legge Gas­par­ri ave­va dato indi­cazione di rag­giun­gere entro la fine del 2005 la cop­er­tu­ra del 70 per cen­to del­la popo­lazione, e questo è sta­to fat­to. Il dig­i­tale per­me­tte di irra­di­are 4–5 canali con una sola fre­quen­za, così la Rai con le fre­quen­ze delle reti 1, 2 e 3, potrà nel futuro diventare sup­por­to per 15 canali». «Quin­di», con­clude Andreat­ta, «per risol­vere a breve il prob­le­ma, bisogna trovare le risorse per il seg­nale Vene­to». L’uf­fi­cio con­trol­lo qual­ità del­la Rai Vene­to, invece, spie­ga per­ché non arri­va il seg­nale gius­to sulle rive del Lago: «Quan­do è nata nel 1979 la terza rete, esiste­vano già gli impianti delle reti uno e due che copri­vano il ter­ri­to­rio. Sono sta­ti così aggiun­ti agli stes­si impianti i trasmet­ti­tori anche per il tre. La spon­da veronese è illu­mi­na­ta da un impianto ubi­ca­to sul Monte Penice, in provin­cia di Pavia e quin­di assi­cu­ra i pro­gram­mi lom­bar­di. Il con­trat­to di servizio del­la Rai con lo Sta­to dice che si deve prevedere la cop­er­tu­ra del­la popo­lazione e non del ter­ri­to­rio. Quin­di quan­do è sta­to inte­gra­to questo servizio, si è provve­du­to ad instal­lare nuovi impianti dove c’er­a­no aree scop­erte per la popo­lazione, il Gar­da veronese poiché era cop­er­to dal seg­nale lom­bar­do non è rien­tra­to nei piani di cop­er­tu­ra». «Ques­ta è la lin­ea del­l’azien­da, che innanz­i­tut­to è inter­es­sa­ta a coprire le aree sen­za servizio. La cop­er­tu­ra vene­ta viene fat­ta con un grosso trasmet­ti­tore che si tro­va a Monte Ven­da nel Padovano, sui Col­li Euganei. La spon­da veronese del Gar­da non riceve i seg­nali prove­ni­en­ti dal­la parte ori­en­tale per­ché è posizion­a­to in un avval­la­men­to e quin­di cop­er­to dal­la dor­sale moreni­ca, ma appe­na ci si alza in quo­ta, il seg­nale arri­va». Situ­azione che il sin­da­co di Peschiera, , com­men­ta così: «Al di là delle inau­gu­razioni e degli annun­ci di una tele­vi­sione vic­i­na al ter­ri­to­rio con le nuove sedi, mi auguro che ci si pos­sa occu­pare conc­re­ta­mente anche del Lago di Gar­da. Non mi mer­av­iglio poi se comu­ni vici­ni vogliono stac­car­si dal Vene­to». A monte, da Mal­ce­sine, il sin­da­co Giuseppe Lom­bar­di spie­ga: «Qui pren­di­amo o la Rai trenti­na o la lom­bar­da, del­la vene­ta non c’è trac­cia. Pen­so che la Rai sia un servizio pub­bli­co che deve essere garan­ti­to a tut­ti i comu­ni del­la Regione ed è gius­to ci met­tano nel­la posizione di poterne usufruire». Del­lo stes­so avvi­so il sin­da­co di Gar­da e asses­sore provin­ciale, Davide Bendinel­li, che pre­cisa: «Con­sid­er­a­to che la Rai ha isti­tu­ito una nuo­va sede a Verona, è doveroso che i ver­ti­ci si attivi­no affinché anche il nos­tro ter­ri­to­rio rice­va il seg­nale di Rai Vene­to». Pietro Meschi, sin­da­co di Bar­dolino, sot­to­lin­ea: «Abbi­amo il dirit­to di vedere il notiziario vene­to, soprat­tut­to quan­do man­da in onda servizi sul nos­tro paese, la gente è stu­fa di vedere quel­lo del­la Lom­bar­dia». Lo stes­so vale anche per il sin­da­co di Lazise, Ren­zo Frances­chi­ni.

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