venerdì, Aprile 26, 2024
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Una rivoluzione ragionevole e delicata. Ragionevole perché forse stavolta annunci e progetti non rimarranno solo bei pezzi di carta accessibili solo a pochi eletti.

391 miliardi per la rivoluzione della viabilità

Una rivoluzione ragionevole e delicata. Ragionevole perché forse stavolta annunci e progetti non rimarranno solo bei pezzi di carta accessibili solo a pochi eletti. Delicata perché, come ha ricordato il presidente della Provincia Loren-zo Dellai, qui da noi c’è un ambiente tra i più belli del Trentino e l’esigenza ambientale deve camminare di pari passo con quella della viabilità. Ecco allora la “rivoluzione ragionevole e delicata”: 391 miliardi di lire previsti dalla Provincia per risolvere i nodi caldissimi della mobilità nell’Alto Carda, 131 già operativi con la circonvallazione di Mori e il tratto sud di quella di Arco, 306 pronti e inseriti nel Piano quinquennale della viabilità, gli altri 85 per “opere a lungo termine” da recuperare nei prossimi aggiornamenti del Piano, a cominciare dall’anno venturo. Entro il 2.003-2.004 saranno realtà opere agognate da decenni, dal collegamento Rovereto-Alto Garda alla Circonvallazione di Riva, dal prolungamento della Bretella Comai alla Circonvallazione nord di Arco. A lungo termine (con inserimento dei relativi finanziamenti nei prossimi aggiornamenti del piano provinciale) è prevista la galleria di Torbole, il miglioramento del tratto Passo S. Giovanni-Mori Ovest, il collegamento tra la statale del Linfano con la 45 bis, la circonvallazione di S. Giorgio e il terzo tratto della bretella Comai. Non è esattamente quello che avevano chiesto amministratori e categorie economiche della zona ma è, come hanno spiegato ieri il presidente Dellai e l’assessore ai lavori pubblici Sergio Casagranda assieme all’ingegner Claudio Tiso, “un’ipotesi realizzabile in tempi ragionevoli coniugando le esigenze viare della zona con quelle paesaggistiche”. Malossini, Veronesi e Parolari si sono presi sette giorni di tempo per valutare e discutere le proposte con le rispettive giunte ma il primo commento a caldo è improntata alla soddisfazione e ad un “moderato ottimismo”. Con un avverbio comune a tutti: “Finalmente”.Dalla fine della circonvallazione di Mori alla Busa i 10 chilometri di strada cambieranno di poco. L’intervento (15 miliardi) è a lungo termine (4-5 anni se va bene e da prevedere nel nuovo Piano provinciale della viabilità) e prevede una galleria di circa 100 metri per eliminare la curva a gomito più difficile nel tratto che costeggia il lago e una rettifica della lunga curva prima della Mala con innalzamento della quota e spostamento verso il lago. Verrà sistemata anche la curva in località Castelverde (all’inizio del biotopo) e realizzata una rotatoria all’incrocio che porta in Val di Cresta. Dopo il Passo le novità sostanziali. Subito dopo l’inizio della discesa s’imboccherà la nuova galleria di circa 1.200 metri, a due corsie con la possibilità di realizzarne una terza solo per esigenze di sicurezza, che sbucherà sulla Maza all’altezza della discarica. L’attuale sede stradale verrà allargata di circa 3 metri per circa un chilometro e mezzo sino in località S. Nicolo, poco prima di Vignole, dove verrà realizzata una nuova rotatoria per dirigere il traffico diretto ad Arco e Riva sulla nuova strada di fondovalle che tornerà indietro ancora verso la discarica. All’altezza di quest’ultima, la strada curverà verso destra sino a raggiungere il nuovo ponte sul Sarca e a collegarsi con la statale del Untano e, a lungo termine, con la bretellina di S. Giorgio (5 miliardi). L’ipotesi galleria lunga è stata scartata per ragioni ambientati, compresa quella di un viadotto a 25 metri da terra “piuttosto pesante”, e per superare un dislivello di circa 170 metri che avrebbe costretto i camion in salita a procedere a passo di lumaca. Dellai, Casagranda e Tiso non l’hanno detto ma la galleria lunga sarebbe costata anche un centinaio di miliardi in più.La prossima estate, conferma la Provincia, verrà inaugurata la circonvallazione sud di Arco. A breve (ovvero entro il 2.001) verranno realizzate due nuove rotatorie ad Arco, altrettante a Torbole e Nago. Ed entro il 2.002 saranno conclusi i lavori di prolungamento della bretella Comai sino all’Astoria (nei prossimi giorni il progetto va in Commissione Tutela) e quelli della rotatoria di fronte all’ex Del Fabbro. A lungo termine (4-5 anni) il Progetto speciale prevede anche la realizzazione della nuova galleria di Torbole che toglierà il traffico proveniente dalla Gardesana Orientale dal lungolago e dalle vie centrali del paese. Tempi leggermente più brevi invece per la circonvallazione di Riva, da integrare prossimamente nel piano provinciale. Per quest’opera Malossini e la sua giunta hanno dovuto cedere momentaneamente sulla galleria lunga con uscita dopo la centrale (l’ipotesi rimane comunque a lungo termine nello strumento urbanistico provinciale) ma sono riusciti a strappare 18 miliardi in più (58 miliardi la cifra complessiva), la separazione del finanziamento dal tronco nord della circonvallazione di Arco e un unico lotto d’intervento da Ceole all’uscita della nuova galleria in via Monte Oro.Il progetto esecutivo dell’opera è in dirittura d’arrivo ed entro la fine dell’anno si arriverà alla sua approvazione. Dopodiché si partirà subito con la procedura espropriativa, in questo caso piuttosto complessa. La speranza e l’obiettivo è quello di vedere il cantiere operativo entro la fine dell’anno prossimo. Per i lavori, in linea di massima, sono previsti 2 anni di tempo. Il che significa che se tutto va bene, ma proprio bene bene, la circonvallazione di Riva sarà realtà entro la fine del 2.003. A lungo termine poi è previsto anche il completamento della Bretella Comai con il terzo lotto da viale Trento alla provinciale 118 di S. Giorgio (10 miliardi la spesa prevista). Una volta trovata la convergenza generale su quest’ipotesi progettuale complessiva, si potrà procedere con l’affidamento dei progetti, un’operazione che il presidente Dellai prevede nel medio periodo. Qualcosa finalmente si muove quindi. Ora la speranza di tutti, cittadini in primis, è che alla parole seguano i fatti. In passato troppo spesso non è stato così.

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