«Quanta fatica reclutare nuovi donatori!». Enrico Tosadori, presidente dell’Avis di Desenzano, una delle maggiori della nostra provincia, l’ha quasi gridato nella sala dove si riuniva l’assemblea annuale dei donatori di sangue. «Malgrado manifestazioni, un ciclo di spettacoli e la presenza di gazebo in ogni angolo della città – ha detto – siamo ancora distanti da quel 5% di donatori sulla popolazione attiva (Desenzano conta 26 mila abitanti), tetto minimo per garantirci l’autosufficienza». Un calo, dunque, che secondo il presidente, va ricercato «nell’individualismo e nel consumismo che stanno diminuendo la tensione ideale ed umana dei valori». Un passaggio “filosofico” ma estremanente attuale, purtroppo. Specie quando si parla di donatori di sangue. Per rimediarvi? «Credo sia necessario scoprire ed esplorare nuovi percorsi sociali e culturali, uscendo dal nostro territorio, dai nostri recinti, avvicinando diverse realtà, magari diffidenti o semplicemente distratte», replica Tosadori. Nel suo intervento, però, il presidente ha spostato l’asse del discorso sul futuro centro trasfusionale che «ormai da decenni se ne parla ma senza una soluzione», ha detto ancora. «Recentemente abbiamo incontrato i vertici dell’azienda ospedaliera ai quali abbiamo esternato la nostra delusione per l’ennesimo rinvio della sede della struttura. Questa carenza obbliga i nostri donatori a muoversi in spazi ristretti e promiscui a fronte di decreti regionali che invece – ha sottolineato il presidente Avis – impongono spazi più accoglienti, igienicamente sicuri ed afunzionali». L’Avis, però, ha ricevuto piene garanzie dalla direzione ospedaliera che la struttura, comunque, verrà realizzata. Per esigenze ritenute più prioritarie è stato deciso di spostarne nel tempo la costruzione, che sorgerà al pian terreno dell’ospedale Montecroce. Le donazioni di sangue, stando alle dichiarazioni di Tosadori in assemblea, «contribuiscono ad far introitare all’azienda quasi mezzo milione di euro all’anno (bilancio 2003 e stima 2004), in parte dalla Regione Lombardia (incentivazione alla produzione del sangue) in parte dagli “Spedali Civili” di Brescia (convenzione per la cessione di plasma)». «Noi dell’Avis di Desenzano – auspica Tosadori – desidereremmo che, almeno una parte di questi introiti, potesse essere reinvestita nel settore del sangue sotto forma di sostegno alle nostre campagne di sensibilizzazione o della messa a disposizione di personale medico per l’informazione agli studenti delle scuole». All’Avis, comunque, un grande aiuto giunge dal personale del centro trasfusionale, in particolare dai dottori Perini, Barziza, Canaris (direttore sanitario Avis) e Maffezzoni. Infine, i rapporti collaborativi tra azienda ed Avisi sono stati sempre eccellenti. Una associazione che ha ricevuto ascolto dai vertici sanitari e che si appresta, quale prossimo intervento, ad accogliere la nascita del nuovo e moderno centro trasfusionale di Desenzano. Il traguardo stavolta non dovrebbe essere lontano.
!
Un appello alla generosità da parte del presidente del gruppo Enrico Tosadori. La media è sotto il 5% del numero di abitanti. Centro trasfusionale dell’ospedale, «Delusi per l’ennesimo rinvio nella realizzazione della sede»
Avis, l’associazione cerca nuovi donatori
Dello stesso argomento

Faccincani: Luci e Colori del Lago nell'Anima di un Maestro, a Salò dal 27 giugno
03:49

Festival Tener-a-mente: La 14ª Edizione l'eccellenza internazionale all'Anfiteatro del Vittoriale
03:40

Eventi Manerba 2025: un'estate tra jazz, cinema drive-in e tradizioni locali
02:40

La 1000 Miglia Torna a Manerba: Spettacolo e Motori d'Epoca sul Garda
01:25