venerdì, Aprile 19, 2024
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Dopo le richieste degli operatori turistici di bonificare le aree dai rifiuti e di limitare la produzione di alghe. «Ma la tempistica deve rispettare l’ecosistema per non compromettere la fauna della zona»

Canneti puliti, sì ambientalista agli interventi

Per gli ambientalisti i canneti «sono un’associazione botanica di fondamentale importanza per l’ecosistema costiero del basso Garda», ma bisogna prestare attenzione ad un loro «coinvolgimento in nome di presunti interessi di crescita turistica». Il Comitato Parco delle Colline Moreniche mette le mani avanti su possibili tentativi di mettere a rischio i canneti, e l’occasione gli viene offerta dal recente appello lanciato da alcuni operatori turistici di Sirmione che si sono lamentati dell’assenza di un piano di manutenzione dei canneti prospicienti le loro spiagge e di pulizia degli specchi acquei.Anche gli ambientalisti si dicono, comunque, d’accordo con l’appello degli albergatori «affinché le amministrazioni comunali, provinciali e regionali, non facciano mancare un concreto sostegno politico ed economico a tutte le attività che mirano alla tutela dell’ambiente gardesano perché turisti e residenti possano goderne appieno e gli operatori turistici possano continuare a utilizzare il lago come valore aggiunto alle proprie attività».Ma è necessario, sostengono Gabriele Lovisetto del Parco Colline Moreniche e l’ornitologo Guido Parmeggiani, «aggiungere alcune precisazioni a quanto dichiarato dall’albergatrice sirmionese» su Bresciaoggi. «Tempistiche e interventi di cura dell’ambiente non sempre possono essere ecologicamente coordinati con i tempi “produttivi” delle stagioni turistiche: i canneti hanno una capacità di depurare l’acqua comprovata da tutti gli esperti del mondo e sono insostituibili per la riproduzione della fauna delle zone umide. Le operazioni di potatura possono però essere eseguite esclusivamente nel periodo invernale, se non si vogliono creare danni ai canneti ed alla fauna in essi presente». Secondo gli ambientalisti, quindi, «non è accettabile che in nome di interessi particolari, presentati per quelli dell’intera categoria degli albergatori, si neghi la validità alle leggi regionali che da trenta anni cercano di tutelare questi ecosistemi», anche se ammettono che «l’espansione dei canneti in alcune zone può non essere vantaggiosa per alcune strutture ricettive – e la risposta a questo problema può essere costituita semmai da interventi di potatura mirati ma in nessun caso da rimozioni o asportazioni radicali – ma l’accumulo di alghe e macrofite lungo le spiagge non è in alcun modo correlato alla loro presenza».Il fenomeno poi della melma verdastra cui fanno riferimento spesso gli operatori che hanno attività sul lago dipenderebbe dall’affioramento di microalghe presenti in modo stabile nel bacino gardesano che la riduzione dei livelli del lago porta a depositarsi sugli arenili. E se a questo, precisano ancora gli ambientalisti, «si aggiunge il difettoso funzionamento del collettore fognario che, quando va in sovraccarico, versa nel bacino lacustre, abbiamo evidenziato meglio quali siano le cause del problema». Nel frattempo, sono in corso alcune campagne di salvaguardia dei canneti gardesani, grazie all’intervento delle associazioni Cra, Cai, Lega Navale, e la neonata «Airone

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