venerdì, Aprile 19, 2024
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«È come se alla Fiat decidessero di fermare la produzione Ferrari». Sala civica zeppa di persone dopo la decisione della Regione di mettere i sigilli al nosocomio nel 2004

«Chiudere l’ospedale? Idea folle»

«Una delibera regionale folle, presentata per fare arrabbiare la gente». Non usa mezze parole il sindaco Giuseppe Lombardi, persona di natura estremamente pacata e dai toni concilianti, nel commentare il documento delle schede ospedaliere approvato dalla Giunta Veneto che prevede in pratica per l’ospedale di Malcesine la chiusura nel giugno del 2004. Dichiarazioni pronunciate davanti ad una sala civica zeppa di persone e alla presenza dei sindaci di Caprino, Brenzone, Torbole Nago, Ferrara di Monte Baldo e del vicesindaco di Rivoli. Al tavolo dei relatori oltre al primario Bruno Danzi e al dottor Salvatore Ragusa anche i rappresentanti dell’associazione disabili motori che hanno indetto per sabato pomeriggio con inizio alle 15 una mobilitazione generale. «Non escludiamo un blocco della strada Gardesana», anticipa il presidente dei poliomielitici Roberto Bassi che esprime la voglia di resistere, «combattere contro una decisione scellerata». Un termine quest’ultimo caro al dottor Lucio Malavolta, capo dipartimento d’ortopedia dell’Ulss 22 e per dieci anni primario del nosocomio di Malcesine, che ha lanciato vere e proprie bordate contro Filippo Marelli e alcuni uomini di punta della politica regionale di Forza Italia. In pratica dietro le sorti dell’ospedale dell’alto lago ci sarebbe, secondo l’ex primario del centro ospedaliero dell’alto lago, un gioco d’interessi economici con un intreccio d’affari da far paura. Di fronte a queste accuse il primo cittadino di Brenzone Giovanni Zappalà, dissociandosi da Malavolta, ha invitato il primario a rivolgersi, «se ha le prove», alla magistratura. Attonito e senza parole il sindaco di Nago Parolari che al di là dei retroscena politici ha ribadito il suo stupore per la scelta della Regione Veneto di affossare l’ospedale gardesano. «Soprattutto se consideriamo che non ha problemi legati nè alla produzione (riabilitazione e chirurgia lavorano al massimo consentito) nè all’utenza, né ai conti di bilancio con un utile nell’ultimo anno per 2 milioni di euro». «Nel nostro centro abbiamo svolto nell’ultimo anno», ha ripreso il dottor Salvatore Ragusa, «2.000 interventi chirurgici, 6.000 di pronto soccorso. Abbiamo aumentato la produttività diminuendo i dipendenti che passeranno dai 188 del 1999 ai 176 del 2005. Ebbene davanti a questi dati inconfutabile si vuole affondare l’ospedale. Per assurdo è come se alla Fiat decidessero di chiudere il reparto Ferrari». A rendere la ferita ancora più dolorosa la scelta dell’Ulss 22 di puntare più sul privato che sul pubblico. «Sono stati assegnati ulteriori 10 posti letto alla casa di cura Villa Garda e presumibilmente altri ne verranno concessi alla casa di cura Pederzoli e all’ospedale di Negrar sbilanciando cosi il già compromesso rapporto tra privato e pubblico (785 contro 467)», ha sottolineato in un documento ufficiale la Giunta Lombardi pronta a ricordare come la destinazione per Malcesine di sede a sperimentazione gestionale senza oneri a carico del servizio sanitario regionale equivalga di fatto ad una completa dismissione. Se ciò avvenisse gli abitanti di una zona importante anche soprattutto dal punto di vista turistico verrebbero di fatto privati del diritto costituzionale alla tutela della salute quanto meno per le prestazioni d’urgenza. Solidarietà è stata espressa dalla Comunità Montana che con una mozione ha espresso «forte contrarietà alla soluzione adottata dalla Giunta Veneto».

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