venerdì, Aprile 26, 2024
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Ospitò Carducci e D’Annunzio

Dalla Belle Epoque al degrado

Il Barchetta venne chiuso nei primi anni Novanta. Vederlo così decrepito nella maestosa piazza Matteotti suscitava sentimenti contrastanti, rabbia ed incredulità. Dopo 14 anni, la rinascita in altre forme. Era divenuto albergo nel 1898, in piena Belle Epoque, conquistandosi subito fama ed onori grazie all’esperienza ed alla capacità di Adolfo Caccia e di sua moglie. Divenne presto il simbolo dell’ospitalità desenzanese, in un momento storico in cui la cittadina era il fulcro delle attività commerciali dell’intero bacino. Oltre alla ricchezza di paramenti ed arredi, l’hotel Barchetta fin dai primi anni del ‘900 poteva vantare camere riscaldate, acqua calda e corrente elettrica, un lusso che pochi al tempo potevano permettersi. Nella sua vita il Barchetta ha così ospitato personalità della cultura, della politica e dello spettacolo. Da Carducci, che all’epoca insegnava al vicino collegio Bagatta, a D’Annunzio, a Giorgio Albertazzi che vi giungeva puntualmente con relative compagnie teatrali al seguito, a Luchino Visconti (che girava alcune sequenze di «Senso»). Negli anni Trenta, dopo lavori di maquillage all’interno ed agli arredi, l’albergo divenne punto di accoglienza dei tanti pilori ed allievi che gravitavano intorno al vicino Idroscalo. Negli anni Quaranta, invece, divenne sede del quartier generale dei repubblichini. Negli anni Sessanta venne ceduto ad altri gestori che lo tennero aperto ancora per 30 anni.

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