sabato, Aprile 27, 2024
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Benessere, consumi e stato sociale Parola agli esperti

Economisti a convegno

Quando andate a fare la spesa, quando decidete dove trascorrere una vacanza, be’, in qualche maniera state influenzando la politica economica nazionale. Tant’è che il comportamento del consumatore è oggetto di raffinati studi. Anche perché le implicazioni sul welfare, sul sistema dello stato sociale, sono notevoli. E spesso ne vanno di mezzo le fasce più deboli della popolazione: i bambini, soprattutto. Di queste tematiche discuteranno a Garda nel fine settimana alcuni dei maggiori esperti internazionali di studi econometrici. Da domani a domenica si approfondiranno i temi della «ricerca avanzata sul comportamento del consumatore e il benessere» e delle sue «implicazioni per la politica economica». Tra i partecipanti, ricercatori come Francois Bourguignon, capo economista della Banca Mondiale, Richard Blundell dell’Università di Londra, Arthur Lewbel del Boston College, Andrew Chester, della London School of Economics e Pierre-Andrè Chiappori dell’Università di Chicago. Ad organizzare il simposio, che prende avvio domani pomeriggio al palazzo dei congressi e si avvale del patrocinio del Comune di Garda, sono il Dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Verona e il Child, il Centro interdipartimentale per gli studi economici sul reddito, sulla famiglia, sul lavoro e sulla demografia, che coordina attività di ricerca nelle università di Firenze, Modena, Pisa, Roma Tor Vergata e Torino, oltre che di Verona. «Gli studiosi che converranno a Garda», precisa il professor Federico Perali, dell’ateneo scaligero «sono attivamente impegnati sia nella ricerca, sia nei processi di decisione politica a livello internazionale, con l’obiettivo scientifico di determinare il livello di benessere e di deprivazione delle componenti più deboli della famiglia, quali le donne ed i bambini, e il livello di disuguaglianza presente all’interno delle famiglie intese come micro società. La stima del benessere dei bambini dipende dalle modalità di distribuzione delle risorse all’interno della famiglia che, paradossalmente, possono spiegare la presenza di bambini ricchi in famiglie povere e di bambini poveri che vivono in famiglie ricche». E, si badi, dal rischio di povertà infantile nessuno è immune, neanche nei paesi occidentali: «Tecnicamente» spiega il professor Perali «i figli sono definiti poveri se la famiglia ha un reddito equivalente inferiore al cinquanta per cento della mediana. Secondo questa definizione, si stima che in Italia il 21,3% dei minori sia povero. Se ne potrebbe dedurre che il rischio di povertà dei minori è molto elevato anche in società ricche. I risultati di queste ricerche sono rivolti alla stima del costo dei bambini per migliorare la stima della povertà e i criteri di partecipazione alle politiche di welfare, nonché per comprendere il comportamento procreativo delle coppie al fine di studiare adeguate politiche economiche». Insomma, temi importanti, scottanti. «Ed è proprio per il rilievo degli argomenti trattati», dice il vicesindaco di Garda, Gian-Paolo Rossi «che abbiamo assicurato sostegno a quest’iniziativa».

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