sabato, Aprile 27, 2024
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La Provincia sollecita l’Anas e il ministro Nesi per risolvere l’emergenza-strada. Sette miliardi e un nuovo tunnel? Troppo poco

«Gardesana, subito i fatti»

La Provincia rompe gli indugi e mette il dito nella piaga della statale «Gardesana», una strada fondamentale per la quale si è progettato molto ma, in concreto, si è fatto pochissimo. La Giunta Cavalli non ha dubbi: la circolazione lungo la strada litoranea deve avvenire nella massima sicurezza. Questo impegno è stato sottolineato dal presidente Alberto Cavalli e dall’assessore ai Lavori pubblici Mauro Parolini, che hanno incontrato gli amministratori del comprensorio alla presenza dell’on. Adriano Paroli, del presidente della Comunità montana Alto Garda, Bruno Faustini e dei rappresentanti dell’Anas, i tecnici Cesca e De Cesara del Compartimento di Milano. Le frane si stanno ripentendo con sempre maggiore frequenza mettendo a rischio non solo la stagione turistica ma, più in generale, l’immagine del lago, oltre a creare enormi disagi alle popolazioni rivierasche nei loro quotidiani spostamenti. Da parte della Provincia e dei suoi massimi organi istituzionali è arrivato un appello forte, un richiamo all’assunzione delle responsabilità in prima persona. Un messaggio pressante rivolto al ministero dei Lavori pubblici affinchè si prenda a cuore la questione-«Gardesana», per la sua valenza nel contesto nazionale. Anche se la gestione della statale 45 bis non passerà in carico alla Provincia – e la stessa cosa accadrà per la ss 42 del Tonale -, c’è la consapevolezza di dover dare un segnale forte al Governo affinchè provveda al più presto a stanziare adeguate risorse finanziarie per risolvere l’annoso problema. Una vicenda vergognosa di interventi annunciati, di stanziamenti mai arrivati, di promesse quasi sempre mancate, di ritardi endemici. E di frane, di incidenti, di vite spezzate. Una strada che non fa certo onore all’Italia. Sul tappeto non c’è solo la messa in sicurezza della «Gardesana», ovvero imbrigliare le pareti che incombono sulla strada, bensì risolvere anche la viabilità della zona con la realizzazione di un’arteria alternativa alla 45 bis. L’obiettivo è liberare i comuni dal traffico e dai rischi, creando condizioni migliori di vivibilità. «Questo incontro – ha spiegato Parolini – si è articolato in più direzioni, puntando dapprima sull’emergenza e sulla frana che ha isolato Limone. L’Anas ha comunicato che sono in corso interventi urgenti per la messa in sicurezza delle pareti rocciose con tiranti, per un importo di 800 milioni. Inoltre si vogliono demolire le parti pericolanti. Poi si rimuoverà il materiale franato, verificando le murature. «Per questo intervento, che s’intende terminare prima di Natale – ha sottolineato Parolini -, l’Anas ha stanziato 1 miliardo. Sempre in tema di cifre, altri 6 sono stati resi disponibili per sistemare le pareti da Gargnano a Limone fino al confine provinciale. L’azione sulla Gardesana prevede un’altra opera significativa: la realizzazione di una galleria artificiale di 189 metri al chilometro 99 sul territorio del Comune di Tremosine». Con questo intervento – secondo Parolini – si salderanno i due tunnel esistenti, creando un percorso senza soluzione di continuità. L’assessore ha poi evidenziato che saranno messe in sicurezza le finestre delle prima galleria dopo Gargnano. Passate le feste natalizie, sarà espletata la gara d’appalto con una spesa di 3 miliardi; l’inizio dei lavori è previsto a fine gennaio. «Abbiamo stabilito con i Comuni – ha aggiunto Cavalli – una linea di condotta. Ma è necessario intervenire per modernizzare la Gardesana ed evitare pesanti conseguenze sull’industria turistica. Lo Stato ha trovato soldi per la Pedemontana veneta, non vedo perchè non li possa trovare per Brescia, costretta a realizzare con diversi Enti le grandi infrastrutture viarie». Cavalli ha annunciato che la Provincia e i Comuni del Garda, con i parlamentari bresciani, chiederanno di incontrare il ministro Nerio Nesi per chiedere adeguati finanziamenti, visto che l’accordo di programma esistente destina alla strada solo 40 miliardi. «Studieremo – ha concluso – come stendere insieme con l’Anas, la Comunità montana e i Comuni un progetto definitivo da sottoscrivere in una Conferenza dei servizi». Ma ci vorranno alcune centinaia di miliardi per risolvere i mali di un’arteria ormai superata. Sergio Botta

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