sabato, Aprile 20, 2024
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I ragazzi delle «quinte» delle elementari «Olivelli» hanno svolto una ricerca utile e divertente.
La «storia della canzone italiana» spiegata dagli anziani del ricovero

Gli scolari cantano con i nonni

Ditelo con una canzone. I nonni della casa di riposo di Salò e i bambini della elementare statale «Teresio Olivelli» si sono ritrovati in una serie di incontri per scoprire la forza di un brano, e ricordare la bellezza di un tema musicale.Al progetto hanno aderito una cinquantina di anziani e un’ottantina di alunni (le quattro classi «quinte» della scuola elementare Olivelli).Sono stati creati dei gruppi. I bambini hanno imparato una sorta di «storia della canzone», con i significati che un tempo aveva a livello sociale.Un filo di memoria in musica lungo cent’anni. A cominciare dai brani degli Alpini nella prima guerra mondiale, spesso ispirati alla montagna, ricchi di espressioni dialettali, un misto di rimpianto (in alcuni casi) e di rassegnazione (in altri). Da «La tradotta», che parla dei ragazzi del ’99 gettati nelle terribili battaglie del Piave dopo la sconfitta di Caporetto, a «Sul ponte di Bassano», da «Quel mazzolin di fiori» a «Sul cappello».Poi le canzoni popolari (come «Bella ciao» o «L’uva fogarina») e quelle leggere («Mamma son tanto felice», «Rosamunda», «Reginella campagnola», «Marina», «E’ arrivato l’ambasciatore»), lanciate magari dal Festival di Sandremo («Papaveri e papere», «Vola colomba», «La casetta in Canada»).Gli obiettivi perseguiti dalle animatrici e dalle maestre sono stati quelli di aiutare l’anziano a riappropriarsi della propria identità e portarlo a sentirsi una risorsa storica, trasmettendo cultura popolare; inoltre far incontrare due generazioni lontane, consentire alla struttura della casa di riposo di socializzare con l’esterno, permettere al bambino di avvicinarsi a una realtà lontana che spesso non conosce, approfondire alcuni aspetti della tradizione, imparare a esprimersi col canto.«Quando eravamo nel campo a vendemmiare o a raccogliere il frumento – ricorda nonna Domenica, di Portese – si creavano bellissimi cori. E in questo modo la fatica del lavoro veniva sopportata meglio». E Caterina, di Limone: «Al centro del paese c’era una grande fontana dove si pulivano le pentole di rame. Mentre lavavo, cantavo, e riuscivo a coinvolgere altre donne, che rispondevano dalla finestra». Mariano, di Salò: «Ho fatto il servizio militare nell’Artiglieria. In guerra eravamo in prima linea, con la Fanteria e gli Alpini. Avevamo muli e cannoni. Per non sentire la stanchezza, salivamo e cantavamo: «su quei monti, su quei monti che noi andremo, pianteremo pianteremo l’accampamento». Giuseppe: «Amore, fiori e musica sono le cose più sincere e meravigliose della vita».I bambini hanno svolto con entusiasmo il…compito. «Ci siamo accorti – hanno scritto quelli di 5ª B – che, mentre stavamo assieme, i nonni erano felici. Forse perché sembrava loro di ringiovanire e di tornare ai tempi in cui cantavano insieme agli amici per le strade; forse perché si sentivano meno soli, e si vedevano capaci di insegnare brani che noi non avevamo mai sentito». Natalie: «Nel 2003-04, in seconda elementare, con gli anziani abbiamo scoperto i giochi di una volta. L’anno successivo li abbiamo intervistati sulla loro vita. Poi ci hanno raccontato della guerra, e noi abbiamo fatto i disegni. Stavolta la ricerca sulle canzoni. Mi mancheranno tanto i nonni, perché alle medie non li vedremo più».Liliana: «Stare con loro ci ha permesso di parlare delle differenze tra questi anni e i loro». Giorgia: «Questa esperienza mi ha insegnato che non dobbiamo mai lamentarci di quello che abbiamo».Il percorso seguito e i risultati ottenuti sono stati raccolti in un volumetto, diffuso nel corso di un divertente incontro canoro, presenti il vicesindaco Gualtiero Comini, assessore alla Cultura, la direttrice didattica Luigiana Ghirardi Lanfranchi e gli esponenti della Casa di riposo. I maestri Massimo Ferrari e Igor Balasina hanno messo a disposizione le loro competenze musicali.Lucia Dalla ha detto che «la storia della canzone è la storia dei luoghi dove è stata cantata, di chi l’ha cantata, delle orecchie di chi l’ha ascoltata, delle guerre che l’hanno ispirata, dei re che l’hanno sussurrata ai figli per farli addormentare, degli straccioni che felici l’hanno fischiata nelle strade assolate e polverose di tutti i villaggi del mondo…Le canzoni sono la dignità di un popolo, il suo quotidiano, la storia e il futuro».

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